A giugno 2016 la diminuzione delle nascite ha già quasi raggiunto il dato totale del 2015
L'andamento relativo ai nuovi nati per il 2016, rilevato dall'Istat, non solo sottolinea la tendenza negativa degli ultimi anni, ma ci mostra che il loro numero sta vertiginosamente diminunedo. Infatti se in tutto il 2015 erano 17.000 in meno rispetto all'anno precedente, la stessa cifra è già quasi stata raggiunta nei primi sei mesi del 2016!
A giugno 2016 (nel periodo gennaio - giugno) i nuovi nati in Italia sono 221.501 contro i 236.100 di un anno fa. Quasi 15000 in meno... e mancano ancora sei mesi per il 2016!
L'Italia, prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, era un paese la cui economia era basata molto, se non essenzialmente, sull'agricoltura. La mezzadria era il modello utilizzato dai proprietari terrieri per coltivare i loro vasti appezzamenti. Non era certo il migliore dei mondi possibili, al contrario... le condizioni di vita delle famiglie contadine erano spesso pessime, al limite della sopravvivenza.
Per paradosso, al di là dell'elevato tasso di mortalità, a quei tempi la natalità non era un problema... i figli si facevano perché erano un mezzo di produzione. I nuovi nati andavano ad aumentare il numero di braccia della famiglia che, in tal modo, poteva garantire al padrone un più elevato tasso di produttività.
Oggi, incredibilmente, quando ogni cosa "dovrebbe" essere garantita e tutelata, le persone, nel caso decidano di abitare assieme, si guardano bene dal fare figli. Perché? Perchè non possono permetterselo. Perché già pannolini e latte possono diventare una spesa da bene di lusso. Per non parlare dell'asilo e dei libri di scuola. Oggi, il "sistema" esige, giustamente, che ogni figlio sia tutelato sotto ogni punto di vista, ma al tempo stesso ha creato una società in cui le persone a fatica riescono a mantenersi.
È evidente che la classe politica ha finora dimostrato la propria totale incapacità, perché questa situazione non è che la conseguenza di una sottovalutazione del problema, oltre che, al di là dei sorrisi e delle dichiarazioni roboanti, l'ulteriore riprova che crisi economica e disagio sociale sono, in Italia, più che mai all'ordine del giorno.