Il padre di Giorgia Meloni è stato condannato a Maiorca a nove anni di carcere, per traffico di droga.Francesco Meloni fu processato dall'Audiencia de Palma nel 1996 dopo essere stato arrestato a Minorca con 1.500 chili di hashish in una barca a vela.Francesco Meloni, padre della vincitrice delle elezioni politiche tenutesi domenica scorsa in Italia, è stato condannato a Palma a nove anni di carcere per traffico di droga, dopo essere stato arrestato nel porto di Maó (Minorca) con un carico di 1.500 chili di hashish nascosti nella barca su cui viaggiava con la sua famiglia. Come ha rivelato il Diario de Mallorca , il padre della leader di estrema destra Giorgia Meloni ha riconosciuto la propria colpevolezza durante il processo svoltosi nell'estate del 1996 presso il tribunale provinciale di Palma, insieme ai figli dell'allora compagna, condannati a quattro anni di reclusione.La memoria del pubblico ministero indicava che Francesco Meloni aveva caricato la droga sulla sua barca da un'altra imbarcazione, mentre era ancorata in acque territoriali marocchine, con l'obiettivo di trasportarla in Italia. Tuttavia, una tempesta lo costrinse a rifugiarsi nel porto di Maó, sull'isola di Minorca dove il 25 settembre 1995 gli agenti del Servizio di vigilanza doganale scoprirono che a bordo della sua barca battente bandiera francese vi era  della droga.Francesco Meloni, inizialmente accusato di contrabbando e reati contro la salute pubblica, trascorse un anno in attesa del processo per quello che fino ad allora era stato uno dei più grandi sequestri di droga delle Isole Baleari. Nell'estate del 1996 il processo si è svolto presso il Tribunale provinciale di Palma, dove il padre della donna che ha tutti i requisiti per diventare capo del governo italiano ha confessato di essere l'unico responsabile del traffico di droga, cercando di scagionare i familiari che, a suo dire, erano a bordo convinti solo di fare una vacanza in barca. Secondo quanto riporta il Diario de Mallorca, Meloni aveva rimarcato di essere l'unico responsabile del traffico e che i suoi familiari si erano arrabbiati dopo aver scoperto che stavano viaggiando con un carico di droga e, per tale motivo, gli avevano chiesto di attraccare al porto più vicino.Il padre di Giorgia Meloni si stabilì in Spagna quasi 40 anni fa, prima alle Canarie e poi a Maiorca, dove entrò addirittura a far parte delle liste elettorali della formazione Escaños en Blanco in due tornate elettorali. Nel processo per narcotraffico, ha ammesso di aver perso l'attività alberghiera che aveva svolto nelle Isole Canarie e di aver contratto ingenti debiti che intendeva saldare con il trasporto dell'hashish, con il quale gli era stata offerta il possibilità di guadagnare 50 milioni di pesetas, pari a circa 300mila euro.

Questo è quanto ha pubblicato un paio di giorni fa El Pais, riprendendo la storia diffusa dal Diario de Mallorca. La Repubblica, giovedì, ha diffuso la notizia dalle proprie pagine e la giornalista Rula Jebreal l'ha rilanciata dal proprio account social con il seguente commento:

"During her election campaign, ⁦@GiorgiaMeloni⁩, Italy’s new PM, promoted a rape video implying that asylum seekers are criminals who want to replace white Christians. Ironically, Meloni’s father is a notorious drug trafficker/convicted criminal who served time in a   jail.Durante la sua campagna elettorale, @GiorgiaMeloni, il nuovo Primo Ministro italiano, ha promosso un video di stupro in cui si afferma che i richiedenti asilo sono criminali che vogliono sostituire i cristiani bianchi. Ironia della sorte, il padre di Meloni è un famigerato trafficante di droga/criminale condannato che ha scontato una pena in  carcere".

A Giorgia Meloni la diffusione della notizia non è piaciuta e ancor meno il breve commento di Rula Jebreal:

"Il tatto della stampa italiana che racconta dei guai di mio padre, ma omette nei suoi titoli roboanti un elemento fondamentale. Tutti sanno che mio padre andò via quando avevo poco più di un anno. Tutti sanno che ho scelto di non vederlo più all'età di undici anni. Tutti sanno che non ho mai più avuto contatti con lui fino alla sua morte.Ma poco importa, se i "buonisti" possono passare come un rullo compressore sulla vita del "mostro". Evidentemente tra le tante cose che non valgono per me c'è anche il detto "le colpe dei padri non ricadano sui figli".Ps. Signora Jebreal, spero che potrà spiegare al giudice quando e dove avrei fatto la dichiarazione che lei mi attribuisce".

Rula Jebreal ha chiarito con queste parole:

"La Meloni non è colpevole dei crimini commessi da suo padre, ma spesso sfrutta i reati commessi da alcuni stranieri, per criminalizzare tutti gli immigrati, descrivendoli minaccia alla sicurezza. In una democrazia ci sono responsabilità individuali, NON colpe/punizioni collettive".

Che la Meloni pretenda di non aver dichiarato quanto riportato dalla giornalista palestinese, facendolo accertare da un giudice, è suo diritto. Però che le sue esternazioni abbiano finito per far credere ai suoi elettori che i migranti siano in generale un pericolo, anche per la loro origine etnica e la loro religione è un fatto e per questo il chiarimento di Jebreal smaschera l'ipocrisia della futura premier italiana.

I bot che sostengono via social Giorgia Meloni hanno messo in atto una campagna per screditare Rula Jebreal, ma non possono nascondere l'ipocrisia che sostiene Meloni e il suo partito, ad ulteriore riprova che il tanto propagandato conservatorismo è un modo come un altro per mascherare il neo fascismo. Una strategia ben riuscita, almeno fintantoché Giorgia Meloni non si faccia trasportare dall'enfasi della retorica, come ben dimostrano le parole del video seguente...


Un concetto, tra l'altro, già riproposto in altre interviste. E allora, dopo che si sarà insediata, il saluto romano diverrà obbligatorio e per lavorare ci sarà bisogno della tessera di Fratelli d'Italia?