L'assurda protesta per l'invio di armi all'Ucraina dal Galilei di Pisa
È accaduto lo scorso sabato, il 12 marzo. Un gruppo di lavoratori addetti al carico scarico merci dell'Aeroporto di Pisa, quello civile non quello militare, si sono accorti che casse e imballaggi che stavano maneggiando non erano aiuti umanitari da inviare all'Ucraina, bensì armi... parte di quelle che l'Italia ha promesso a Zelensky per arginare l'invasione della Russia.
Accortisi di ciò, gli addetti hanno subito interrotto le operazioni di carico. Una scelta che alcuni sindacati, movimenti e forze politiche hanno fatto passare come ideologica, ma che aveva anche - se non esclusivamente - una valenza pratica: per maneggiare delle armi è comunque necessario personale specializzato che ne abbia la competenza, anche se queste sono imballate e sigillate.
Naturalmente, dopo che la notizia è diventata di dominio pubblico dopo il tam tam di sindacati e associazionismo, ripreso ieri dai media non favorevoli all'invio di armi all'Ucraina, sono arrivate scuse e distinguo dai responsabili di quanto accaduto.
Ecco che cosa ha detto in proposito il COVI, il Comando Operativo di Vertice Interforze al cui vertice è l'ormai onnipresente generale Francesco Paolo Filguolo, che ha competenza sugli aspetti della pianificazione e della logistica militare:
"… Alcuni operatori si sono limitati a segnalare il mancato possesso dei requisiti necessari all'effettuazione del caricamento di materiali speciali, manifestando la necessità di specifiche autorizzazioni, caricati da altro personale. I materiali erano parte del sostegno militare per l'Ucraina deliberato dal parlamento, in attesa di essere caricati su un volo civile abilitato al trasporto di quella tipologia di merci (B-737 cargo appartenente a una compagnia aerea autorizzata dalla Nato a trasportare materiale bellico). L'attività è stata condotta presso una piazzola di parcheggio civile del Galilei anziché, come avviene usualmente, nei parcheggi aeroportuali militari, per l'eccezionale e contemporanea attività di trasporto richiesta dalla situazione in atto".
Quindi, niente di così drammatico... oltretutto se consideriamo anche la conclusione comica che ha dato alla vicenda il presidente di Toscana aeroporti che, in base a quanto riporta Domani (del 16.3.22) ha detto che il trasporto di armi dal Galilei non accadrà più: "Lo posso garantire"!
Marco Carrai, l'alter ego di Renzi, che fa una promessa e dà una garanzia non può non suscitare ilarità.
Quanto accaduto è diventato infine il pretesto dell'immancabile manifestazione di protesta, per sabato 19 marzo, dal titolo "Dalla Toscana ponti di pace non voli di guerra", che vedrà riuniti nel piazzale del Galileo Galilei tutti i pacifisti che vorranno aderire.