Il segno di una chiesa in cammino che guarda al futuro con rinnovato ottimismo.

Domenica 18/09/2016. Si è svolta in data odierna, prima dello scoccare delle campane di mezzogiorno, l’elevazione ufficiale a Basilica Minore della Cattedrale di Mileto, con la solenne concelebrazione che è stata presieduta dal cardinale Robert Sarah prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, insieme a tutti i presbiteri della diocesi, e al vescovo Mons. Luigi Renzi. Un fiume di fedeli scorreva nella cattedrale di Mileto, cuore pulsante della chiesa diocesana, elevata al rango di Basilica Minore, che aveva ottenuto giustamente, prima il via libera della conferenza dei vescovi calabresi e lo scorso 25 gennaio anche il nulla osta del presidente della conferenza episcopale italiana monsignor Angelo Bagnasco.

La Basilica di Mileto, secondo il decreto della Santa sede -che porta le firme del prefetto Cardinale Robert Sarah e del segretario  Arturus Roche-, viene definita “minore” perché si distingue dalle Basiliche Patriarcali di Roma, dette appunto “maggiori”. La nuova e bella cattedrale episcopale, realizzata completamente in legno sotto la direzione dell’architetto Enzo Carone, fondata alla fine dell’XI secolo e distrutta dal terremoto del 1783 , dedicata a Maria SS. Assunta e San Nicola, è stata ricostruita nel 1930. Tre i restauri recenti una revisione del coro ligneo capitolare e della Cattedra vescovile, oltre ad un ampio restauro dell’organo, costruito nel 1929 dalla ditta Migliorini di Roma. A rendere più preziosa, la sua indiscussa bellezza, è stato il prestigioso riconoscimento da parte di Papa Francesco che  giunge a coronamento del Giubileo straordinario della Misericordia; segno prodigioso e felice auspicio che la Cattedrale avverta sempre di più intimamente la propria unità e comunione con la Cattedra di Pietro a modello e ad edificazione dell'intera comunità diocesana. L’evento straordinario, in dono, oggi, all’intera chiesa calabrese possa portare ad un peculiare fervore liturgico e pastorale; e anche il convegno pastorale, che si svolgerà, tra pochi giorni, in Calabria, a Mileto, dal 21 al 23 settembre, potrebbe rappresentare l’avvio significativo e formativo di un cammino che vedrà la diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea impegnata per tre anni nel cammino sinodale. Un nuovo cammino che conclude l’Anno Pastorale dedicato alla Misericordia e, che ci ha dato molteplici suggestioni e molte vie di impegno, per dare vitalità alla nostra realtà di Chiesa.

La riflessione che, in queste occasioni, costruisco per me e per quanti cristiani, cattolici leggeranno il mio articolo è questa: cerchiamo, TUTTI, ognuno secondo le proprie capacità e possibilità di non essere cristiani di facciata, cristiani che sono “puro aspetto”, ma cristiani autentici. Non viviamo nell'illusione di una libertà inconsistente che si lascia trascinare dalle mode e dalle convenienze del momento. Oggi che il cielo ci ha coperti di “Grazia”  puntiamo in alto,verso scelte definitive che diano senso pieno al nostro vivere cristiano e sociale. Siamo parte della Chiesa, anzi, diventiamo costruttori della Chiesa e protagonisti della storia. San Pietro ci ricorda che siamo pietre vive che formano un edificio spirituale (cfr 1 Pt 2,5).

E oggi, dobbiamo guardare questa “Basilica” che ha forma e bellezza e anche sostanza perché è una chiesa costruita con pietre vive. Nella Chiesa di Gesù siamo noi le pietre vive, e Gesù ci chiede di costruire la sua Chiesa, così grande da poter accogliere l’intera umanità, pertanto la nuova Basilica di Mileto sia la casa per tutti! Attraverso quella “Porta Santa”, che oggi abbiamo varcato, -chi fisicamente e chi spiritualmente-  entra il futuro nel mondo.

Impegniamoci tutti: ministri di Dio in primis, religiosi e laici ad essere i protagonisti di un cambiamento. Superiamo  l’egoismo l’apatia, ed offriamo  una risposta cristiana alle inquietudini sociali e politiche, che si stanno presentando in varie parti del mondo. Un modo per onorare la basilica di Mileto che oggi si lega alla Cattedrale del Papa, successore di Pietro, è di creare unione sincera e profonda, che non vuol dire solo esaltare una costruzione, né dare importanza alle sue volte o alle opere d'arte che contiene anche se costruita con il gusto e la sensibilità di ogni tempo e cultura, ma è importante  ricordare, invece, che siamo in comunione gli uni con gli altri, nonostante le diversità. E tutti insieme come figli di Dio siamo in comunione con il Papa con la preghiera e la nostra vita. Questo è il segno evidente dell'unità della Chiesa al suo unico pastore, Gesù Cristo, e al suo vicario terreno. Solo così una “Basilica” pietra edificata da Cristo, può diventare luogo e spazio concreto di una comunità, che celebra e vive la salvezza e il senso della vita, e abilitarsi ad aprire nuove prospettive pastorali che ci fanno entrare maggiormente nel fascino della nostra storia cristiana.

Teresa Averta