Draghi ha chiarito che sulla guerra in Ucraina il suo governo non ha una posizione... non sapendo cosa fare
Il premier Draghi, che mercoledì alla Camera dei Rappresentanti incontrerà la speaker Nancy Pelosi e i leader dei gruppi politici del Congresso, in precedenza ha tenuto una conferenza stampa presso la sede dell'Ambasciata d'Italia sul colloquio avuto ieri con il presidente Biden. Così Draghi ne ha riassunto il contenuto (fonte askanews).
Con Biden siamo d'accordo sul fatto che bisogna continuare a sostenere l'Ucraina e far pressioni su Mosca e cominciare a chiedersi come si costruisca la pace. Il percorso negoziale è molto difficile ma il primo punto è come costruire il percorso negoziale. Voglio ringraziare il presidente e tutta l'amministrazione Usa per l'accoglienza splendida. L'incontro è andato molto bene, ha ringraziato l'Italia per essere un partner forte, un alleato affidabile e un interlocutore credibile e io l'ho ringraziato per il ruolo di leadership in questa crisi e la grande collaborazione con tutti gli alleati. Un punto molto importante è che questa pace deve essere la pace che vuole l'Ucraina, non una pace imposta. né da un certo tipo di alleati. né da altri. Sia io che Biden abbiamo tenuto a ricordare che ogni iniziativa che si prenda sul fronte del petrolio, del gas o addirittura del carbone non deve andare a detrimento degli investimenti sulle rinnovabili e degli obiettivi di transizione ecologica che devono rimanere fissi. Questo significa per noi e per gli Usa, un aumento forte, molto più forte, di investimenti sulle rinnovabili perché l'esigenza di affrancarsi dalla dipendenza del gas è ancora più forte. Abbiamo preso recentemente provvedimenti di semplificazione, non avremo esitazione a prenderne altri, se non vediamo un aumento di investimenti sulle rinnovabili, che per noi devono significare effettive installazioni. Al presidente Biden ho presentato l'esigenza di prendere decisioni e provvedimenti per affrontare il problema dei prezzi dell'energia e la disponibilità di energia. Il problema dei prezzi è iniziato prima della guerra, si è poi acuito, ma è una situazione che si è venuta aggravando nel corso di un anno e mezzo prima della guerra. Quindi va affrontata insieme. L'Italia è stata molto attiva nel diminuire specie in prospettiva, la dipendenza dal gas russo. Ho anche ricordato a Biden la possibilità di mettere un tetto al prezzo del gas. Ipotesi accolta con favore, anche se l'amministrazione Usa sta riflettendo più su un tetto al prezzo del petrolio che non al gas. Ne riparleremo presto insieme. C'è il pericolo di una crisi alimentare, umanitaria, causata dalla scarsità alimentare, provocata essenzialmente dal blocco delle esportazioni di grani dall'Ucraina e dalla Russia. Dall'Ucraina è bloccato perché i porti sono bloccati dalle navi russe. Lavrov ha detto che sono bloccate le navi perché sono minati i porti. Questo può essere un primo esempio di dialogo tra le parti per salvare decine di milioni di persone dei paesi più poveri. Se ci sono mine bisogna rimuoverle e da parte russa bisogna lasciare che partano le navi. La guerra ha cambiato fisionomia: inizialmente si pensava ci fosse un Golia e un David, era una guerra di difesa disperata. Oggi il panorama si è capovolto, non c'è più Golia. Quella che sembrava una potenza invincibile si è dimostrata una potenza non invincibile. Le parti devono chiedersi quali siano gli obiettivi della guerra. Che pace si vuole: l'Ucraina divisa, i soldati russi non occupano nessuna parte? Ma prima occorre uno sforzo che occorre fare, tutti ma in particolare Russia e Usa, di sedersi a un tavolo. Non è più valida la risposta di Putin che mi disse: è troppo presto perché bisogna che un accordo sia già pronto. Ora non è più così: né gli uni né gli altri hanno chiarissimi gli obiettivi della guerra e li devono definire, occorre sforzarsi per portare le parti al tavolo. Il compito delle Banche centrali è difficile, devono aumentare i tassi perché altrimenti l'inflazione accelera, ma se aumentano troppo fanno precipitare i Paesi in recessione. Questa è la difficoltà. Ho visto le dichiarazioni della presidente Bce, Lagard ne è pienamente consapevole. Ha fatto la sua conferenza stampa, ha detto che i tassi potrebbero cominciare ad aumentare tra non molto, in maniera graduale, mi è parsa molto consapevole. Gli tati Uniti hanno una situazione diversa, con un mercato del lavoro a pieno impiego, mentre in Europa il livello di attività economica ha ancora molti margini per crescere, quindi il passo della politica monetaria sarà molto diverso tra i nostri due Paesi. L'Italia deve attenuare la perdita di potere d'acquisto sulle fasce più deboli, i più poveri, i giovani. Abbiamo preso provvedimenti per mitigare la perdita di potere d'acquisto.
Tramite la conferenza stampa, sappiamo adesso che Draghi si è posto il problema della necessità di arrivare ad un tavolo negoziale con Mosca, anche se non ha la minima idea sul come fare. Inoltre, dovrà essere l'Ucraina, quando lo riterrà opportuno ad indicare tempi e modalità ella pace.
In pratica, da quel che se ne può ricavare, Draghi ha fatto intendere che l'Italia e l'Europa - per quello che riguarda noi direttamente in questa guerra - dovranno continuare ad essere spettatori paganti di una situazione paragonabile ad una matassa arruffata che nessuno sembra in grado di sbrogliare... non avendo neppure una minima proposta in tal senso, al di là di sperare nel rinsavimento di entrambe le parti in conflitto.
Almeno su un aspetto, però, Draghi è sicuro: questa guerra avrà un costo pesante per l'Italia, per l'Europa e per quei Paesi che, prima di altri, fanno affidamento sul grano ucraino.
In tal modo si spiega perché Draghi, nonostante gli sia stato chiesto, non sia andato in Parlamento a spiegare quale fosse la posizione del suo governo sulla guerra in Ucraina e in funzione di tale posizione che cosa avrebbe detto a Biden... dopo aver ricevuto il via libera del Parlamento.
Quale linea ha l'Italia dopo due mesi e mezzo dall'inizio del conflitto... speranze a parte? Nessuna. Per questo Draghi ha eluso un nuovo dibattito parlamentare sulla vicenda Ucraina, anche per evitare di doversi presentare in Europa dovendo sostenere posizioni contrarie a quelle che la Commissione sembra copiare da Stati Uniti, Gran Bretagna e Nato.
La guerra in Ucraina è un classico cul-de-sac che senza un'azione decisa nessuno può sbrogliare. Le possibilità in tal senso sono due. La prima è che nel conflitto intervenga direttamente la Nato. La cosa è fattibile, ma le conseguenze sarebbero imprevedibili... come puntare sul rosso o sul nero alla roulette: se ti va bene vinci, se ti va male hai scatenato una guerra nucleare. Quindi, rimane solo l'altra carta: interrompere l'acquisto di gas e petrolio dalla Russia. Le conseguenze sarebbero dure, ma in breve tempo, senza più risorse, la Russia sarebbe disposta a firmare qualsiasi accordo, purché mascherato per non far fare a Putin la figura dello sconfitto. Per l'Europa non sarebbe una passeggiata, ma sarà sicuramente peggio continuare ad alimentare una guerra che durerà mesi, se non anni, e che progressivamente ridurrà l'Europa e l'Italia in braghe di tela... più di quanto non lo siano adesso.
È meglio continuare ad avere un mal di denti per mesi per il terrore di andare dal dentista o è meglio togliersi il dente e non pensarci più?
Crediti immagine: Ufficio stampa Palazzo Chigi