Negli ultimi giorni l'attività che più di altre porta via tempo al premier britannico Boris Johnson è quella di scusarsi.
Lo ha fatto nei giorni scorsi alla Camera dei Comuni per il party organizzato nel giardino di Downing Street il 20 maggio 2020, quando in Inghilterra erano ancora in vigore le norme del lockdown. Lo ha fatto oggi con Buckingham Palace per altre due feste del personale del n. 10, a cui lui non ha partecipato, che si sono tenute il 16 aprile 2021 e si sono protratte fino alle prime ore del mattino... la notte prima del funerale del principe Filippo.
Anche stavolta, come nella precedente occasione, le opposizioni in Parlamento non hanno mancato di far sentire il loro sdegno, in rappresentanza di quello del Paese, ricordando l'immagine della regina seduta da sola al funerale del duca di Edimburgo, a causa delle restrizioni dovute al Covid.
E a questo punto, non sono solo più i laburisti, i liberaldemocratici e lo Scottish National Party - tutti partiti di opposizione - a chiedere le dimissioni di Johnson, ma anche alcuni dei parlamentari del partito conservatore, con Andrew Bridgen che è diventato il quinto deputato dei tories a dichiarare pubblicamente di aver scritto al presidente del 1922 Committee, che rappresenta il gruppo dei backbencher conservatori alla Camera, il cui presidente contribuisce anche a scegliere o a sfiduciare il leader del partito.
Il leader dei laburisti, Keir Starmer, ha dichiarato in proposito: "Quanto accaduto mostra fino a che punto Boris Johnson abbia disonorato l'incarico di primo ministro. I conservatori hanno deluso la Gran Bretagna. Le scuse non sono l'unica cosa che il primo ministro dovrebbe offrire oggi al Palazzo. Boris Johnson dovrebbe fare la cosa giusta e dimettersi".