È arrivato ieri nel tardo pomeriggio, Mario Borghezio a Barcellona, proprio lui, l’ultimo che ti aspetteresti che potesse interpretare il ruolo di osservatore silenzioso della Commissione Esteri del Parlamento Europeo.

Era prevedibile l’interesse degli esponenti leghisti per la questione indipendentista catalana, da anni presa come esempio dalla compagine politica settentrionale. Meno prevedibile il suo arrivo alla Generalitat catalana per l'accreditamento come osservatore, in veste di Eurodeputato e di membro della Commissione esteri del parlamento europeo, in qualità anche di garante e supervisore del comportamento che terrà l’Unione Europea - e soprattutto i suoi esponenti - in merito alle questioni autonomiste all’interno dei Paesi membri.

Ma non bisogna neppure dimenticare che fra poco toccherà all’Italia, in particolar modo a regioni a guida leghista come il Veneto e la Lombardia, esprimersi con un voto simile a quello catalano, cui partecipano, in qualità di osservatori, anche altri esponenti politici italiani.

Tra questi, Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto, che è stato accreditato dalla stessa Generalitat. Il vicentino guida una delegazione dal Veneto, la regione che si prepara anch’essa a un referendum, non per l’indipendenza ma per ottenere quell’autonomia che Barcellona gode da tempo.

Non ci sono solo Borghezio e i Veneti. Molti degli osservatori internazionali appartengono al Partito dei Sardi, nato nel 2013, che si batte per la separazione dall’Italia dell’isola, che ha stretti legami storici ed etnici con la Catalogna.