Come Ippolito d'Este, anche il senatore da Rignano prima o poi dovrà decidersi a trovare un pari grado dell'Ariosto per scrivere il Matteo Furioso. Al momento, però, Renzi si deve accontentare delle sue "enews" per raccontare coram populo la sua ira, che non può essere funesta come quella del pelide Achille, ma menzognera sì, nel rispetto della coerenza che deve alla sua immagine pubblica in relazione a quanto da lui detto e fatto finora.

Così, nell'ultimo suo parto letterario di ieri - non va dimenticato che Renzi è uno scrittore - il vate rignanese, dopo aver prima dimostrato che i giornalisti sono il peggio che l'Italia può rappresentare, ha poi elencato quello che da loro non ha digerito, riassumendolo in quello che lui definisce "Pensierino della sera".

"In questi giorni - scrive Renzi - prosegue a puntate come una telenovela la pubblicazione delle carte dell'accusa su Open. Dal 2019, questo processo si fa sui giornali senza contradditorio. Funziona così. Prima la Procura di Firenze impiega centinaia di finanzieri e centinaia di migliaia di euro (vostri) per sequestrare e acquisire carte, talvolta in modo illegittimo anche secondo la Cassazione. Queste carte finiscono in un faldone di 92.000 pagine che viene sapientemente veicolato da alcuni quotidiani. Su 92mila pagine di captazioni volete non trovare una scortesia o parolaccia? Per esempio, dico che devo tornare di corsa per votare contro la fiducia al primo governo Conte, definendolo "un governo di m....". Chiaramente uso un linguaggio colloquiale ed estremizzo perché sto mandando un sms rapidamente ad un amico. Penso a tutti capiti di usare un linguaggio più colorito in privato con gli amici. Sicuramente sono stato maleducato e mi spiace, ma che non mi piacesse quel governo e che pensassi ogni male di un governo populista e sovranista penso non sia una sorpresa per nessuno. Sono le stesse notizie da anni, gli sms anche privati di parlamentari in carica, le fatture professionali sulle quali ci sarebbe un segreto bancario che vale per tutti tranne che per me, la corrispondenza coperta da divieto costituzionale di acquisizione, che viene allegramente rimbalzata di redazione in redazione. Se un indagato vuole ottenere i documenti deve pagare (io ho speso 4.100 euro solo per avere il diritto di sapere di che cosa mi accusano. 4.100 euro. E va bene, posso permettermelo. Ma chi non ha soldi come si difende?). Tutto questo in attesa di un processo che inizierà - come gli altri due che mi riguardano - nel 2022 dentro le aule di giustizia ma che, nel frattempo, è già stato celebrato nel tempio del giustizialismo: lo spazio media e social. Chiamano libertà di informazione quella che, in realtà, è una reiterata violazione di ogni forma di privacy, di guarentigie costituzionali, di rispetto della libertà personale e dell'iniziativa economica. Io ci sono abituato, ho le spalle larghe, so che cosa ho fatto e che cosa NON ho fatto, aspetto il processo e continuo a sorridere, certo - come sono - di essere una persona fortunata. Tuttavia, vi garantisco che farò di tutto per far emergere in ogni sede giudiziaria lo scandalo che si sta consumando nel silenzio di qualsiasi voce istituzionale. Io non ho violato nessuna legge e potrò dimostrarlo agevolmente. Mi auguro che gli inquirenti possano dire la stessa cosa e non abbiano violato nessuna legge. Nelle prossime settimane, andremo a verificare le carte nelle aule della Giustizia mentre alcune redazioni celebrano il processo giustizialista in contumacia. Non sono mai stato così tranquillo nel merito, non sono mai stato così puntiglioso nel metodo e nella lettura di tutte le carte: voglio giustizia e l'avrò in tutte le sedi. Civile e penale. Perché quello che sta emergendo giorno dopo giorno ci dimostra una volta di più che questo non è il modo per trovare la verità, ma per attaccare un obiettivo politico. Del resto, il direttore della rivista di Magistratura Democratica lo aveva scritto: "intorno a Renzi va stretto un cordone sanitario". Bisogna riconoscere che sono stati di parola, ci stanno provando. Ma non ci riusciranno, ve lo garantisco. Anche grazie al vostro affetto".

In sostanza, Renzi nella sua ultima enews, dopo aver cercato di screditare i giornalisti nella prima parte, nella seconda fa loro presente che se continueranno a pubblicare il contenuto di documenti che riservati non lo sono più li porterà comunque in tribunale... una minaccia neppure tanto velata.

Naturalmente Renzi nella sua enews ha accuratamente evitato di parlare di ciò che ha riletto sui media (visto gli atti dell'indagine sono in suo possesso) e non ha gradito. Quali sono questi contenuti? Elenchiamone alcuni.

Il fatto di aver affittato un volo privato, un Falcon 900, per andare da Ciampino-Washington. Il perché? Perché Renzi nel giugno 2018 era stato invitato a commemorare Bob Kennedy ad Arlington nell'anniversario della sua uccisione. Un'occasione irrinunciabile, vista la presenza di Bill Clinton, Nancy Pelosi, del deputato Joe Kennedy III, astro nascente e deputato dei democratici, e della figlia primogenita di Bob, Kathleen Kennedy Townsend. 

Un volo il cui costo è stato di 134.900 euro, nonostante la Fondazione Open in quel momento avesse in cassa solo 6mila euro. L'avvocato Bianchi (che al tempo teneva le fila di Open) ne parla con Lotti: «134.900 euro???! Ma ha perso la testa?» La risposta dell'ex braccio destro: «Non ho parole. Io gli ho detto che senza copertura non si può». Ma Renzi utilizza ugualmente il volo privato, unico mezzo che gli avrebbe consentito di tornare in tempo a Roma per votare la sfiducia a «quelle merde», cioè il governo gialloverde (nel caso del ddl Zan Renzi non ha però ritenuto necessario fare altrettanto). A proposito...  il costo del volo fu poi pagato grazie alla generosità di Gianfranco Librandi, imprenditore e parlamentare renziano. 

Renzi non ha detto che nel maggio 2019 Chiara Lanni, moglie di Dario Nardella, lo aveva bandito dalla campagna del marito per la rielezione a sindaco di Firenze, perché altrimenti lo avrebbe fatto perdere.

Non ha detto neppure dei supposti rapporti paventati dai pm tra la Fondazione Open e la lobby del tabacco per supportare politiche a loro vantaggio... Su Il Fatto, La Stampa e altri giornali è possibile seguire le vicende di Renzi e Open, altrettanto interessanti quanto quelle attuali di Renzi con arabi e italo-russi.

E a proposito di italo-russi, anche loro possono spiegare il livello dell'attuale arrabbiatura di Renzi. Questa settimana il politico di Rignano aveva tolto la giacca di senatore per indossare quella di uomo d'affari e futuro golden boy della finanza. Infatti, era volato a New York per la quotazione in borsa, al NYSE, di Delimobil Holding sa, società di diritto lussemburghese cui fa capo il gruppo che è uno dei pionieri del mercato del car sharing in Russia con i marchi Delimobil, Anytime e Anytime.Prime, fondato a Mosca nel 2015 dal banchiere italiano Vincenzo Trani e di cui Renzi è diventato membro del CdA con una remunerazione che dovrebbe aggirarsi (secondo Report) sui 100mila dollari l'anno.

La società aveva ottenuto l'ammissione da parte del NYSE a quotarsi, data prevista per il debutto in borsa il 3 novembre. Ma proprio il 3 novembre l'agenzia russa Interfax aveva reso noto che l'Ipo era stata rimandata perché erano ancora in corso trattative con ulteriori investitori.

"Sebbene abbia ricevuto grande interesse dagli investitori, la società ha deciso di non procedere con l'offerta", si legge in una nota. Mentre sempre l'agenzia Interfax riferisce che la società starebbe pensando di riprovare a quotarsi a inizio 2022.

E Renzi non dovrebbe essere furioso, anzi...incazzato nero? Come membro del CdA, quasi sicuramente, avrà ricevuto un pacchetto di azioni negoziabili che ne avrebbero aumentato le risorse finanziarie... d'altra parte ville a Firenze, Audemars Piguet al polso, vacanze a Sorrento in alberghi a 5 stelle non possono mica essere sostenuti con un "misero" stipendio da senatore della  Repubblica? 

È comprensibile! 

Mi raccomando, non mancate il prossimo appuntamento alla Leopolda. Accorrete numerosi a sostenere Renzi... ne ha proprio "bisogno"!