«Un'offesa e un oltraggio alla dignità della persona dei detenuti e anche a quella divisa che ogni donna e ogni uomo della Polizia Penitenziaria deve portare con onore, per il difficile, fondamentale e delicato compito che è chiamato a svolgere». Davanti ai video pubblicati di quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere l'anno scorso, il 6 aprile 2020 – fatti salvi gli ulteriori accertamenti dell'Autorità Giudiziaria e tutte le garanzie per gli indagati – la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, parla di «un tradimento della Costituzione: l'art.27 esplicitamente richiama il “senso di umanità”, che deve connotare ogni momento di vita in ogni istituto penitenziario.Si tratta di un tradimento – aggiunge la Ministra – anche dell'alta funzione assegnata al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre in prima fila nella fondamentale missione – svolta ogni giorno con dedizione da migliaia di agenti – di contribuire alla rieducazione del condannato».«Di fronte a fatti di una tale gravità non basta una condanna a parole. Occorre attivarsi – aggiunge la Guardasigilli – per comprenderne e rimuoverne le cause. Occorre attivarsi perché fatti così non si ripetano».«Ho chiesto un rapporto completo su ogni passaggio di informazione e sull'intera catena di responsabilità», annuncia la Guardasigilli, secondo cui questa vicenda – «che ci auguriamo isolata» – richiede «una verifica a più ampio raggio, in sinergia con il Capo del Dap, con il Garante nazionale delle persone private della libertà e con tutte le articolazioni istituzionali, specie dopo quest'ultimo difficilissimo anno, vissuto negli istituti penitenziari con un altissimo livello di tensione».«Oltre quegli alti muri di cinta delle carceri – avverte la Ministra Cartabia – c'è un pezzo della nostra Repubblica, dove la persona è persona, e dove i diritti costituzionali non possono essere calpestati. E questo a tutela anche delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria, che sono i primi ad essere sconcertati dai fatti accaduti».
Questo è quanto dichiarato, nella nota pubblicata dal suo ministero, dalla ministra della Giustizia Cartabia dopo la diffusione delle immagini che mostrano quanto accaduto il 6 aprile nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Inoltre, la ministra Cartabia ha reso noto di aver immediatamente disposto la sospensione di tutti i 52 indagati raggiunti da misure cautelari di vario tipo, aggiungendo che il Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) sta valutando ulteriori provvedimenti anche nei confronti di altri indagati non destinatari di iniziative cautelari e ha disposto un'ispezione straordinaria nell'istituto del casertano, confidando nel pronto nulla osta dell'Autorità Giudiziaria.
Intao, in queste ore, sui media si susseguono le testimonianze di coloro che in prima persona hanno assistito o sono state vittime delle violenze avvenute nel carcere Uccella di Santa Maria Capua Vetere, così come quelle dei familiari dei carcerati che hanno riferito quello che i congiunti hanno riportato loro.
Questa èla testimonianza di Vincenzo Cacace, ex detenuto sulla sedia a rotelle, pubblicata dall'agenzia Ansa:
"Sono stato il primo ad essere tirato fuori dalla cella insieme con il mio piantone perché sono sulla sedia a rotelle. Ci hanno massacrato, hanno ammazzato un ragazzo. Hanno abusato di un detenuto con un manganello. Mi hanno distrutto, mentalmente mi hanno ucciso. Volevano farci perdere la dignità, ma l'abbiamo mantenuta. Sono loro i malavitosi perché vogliono comandare in carcere. Noi dobbiamo pagare, è giusto, ma non dobbiamo pagare con la nostra vita. Voglio denunciarli perché voglio i danni morali".
Ma l'ulteriore e ancor più grave problema è che quanto accaduto nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere potrebbenon esser stato un fatto isolato. Tra marzo e aprile dello scorso anno episodi analoghi sarebbero accaduti in altri istituti di pena, tra cui Opera, Modena, Ascoli... e adesso la ministra Cartabia vuole accelerare le indagini già in corso in tal senso e approfondire episodi e testimonianze a cui potrebbe non esser stato dato il giusto rilievo.
Nessun commento sul contenuto dei video pubblicati da Domani da parte degli estremisti di destra, Salvini e Meloni che, in altre circostanze, si sono invece adoperati, sempre, ad emettere sentenze di condanna nei confronti di chiunque sia ritenuto un loro nemico. Apostoli dell'ordine a prescindere, sempre e comunque, stavolta sono rimasti senza parole.