Lo sconcertante Di Maio si sconcerta per lo ius culturae chiesto da Zingaretti
«Col maltempo che flagella l'Italia, il futuro di undicimila lavoratori a Taranto in discussione, qui si parla di ius soli: io sono sconcertato. Siamo al governo per governare e non per lanciare slogan o fare campagna elettorale.»
Quella sopra riportata è la dichiarazione di Luigi Di Maio alle parole di Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, pronunciate in un'Assemblea Nazionale, alla fine di 3 giornate di lavoro, organizzate per riformare e dare un nuovo indirizzo al partito.
Zingaretti ha parlato di prospettive di governo, nella speranza che se mai questo esecutivo dovesse durare... non si debba occupare solo di contingenze! Quindi ha detto:
«Lavoriamo per una nuova agenda di Governo che rispetti gli accordi di programma e vicino ai bisogni delle persone. Vogliamo:
- riaccendere l’economia per creare lavoro
- rilancio degli investimenti a cominciare da quelli verdi
- parità di salario tra uomo e donna
- equo compenso per i giovani professionisti
- nuova politica industriale
- modifica dei decreti Salvini
- ius culturae
- equa ridistribuzione del carico fiscale.»
Pertanto, lo sconcerto di Di Maio è solo da attribuire ad una mente debole, debolissima, che non è neppure in grado di rappresentare se stessa (figuriamoci un intero Paese!) e, pertanto, neppure il Movimento di cui è solo nominalmente capo politico, visto che non ha più neppure il controllo dei gruppi parlamentari, senza stare a ricordare la catastrofe di consensi che le sue decisioni hanno prodotto in poco più di un anno di governo.
Il paradosso, inoltre, è rappresentato dal fatto che, mentre fa una dichiarazione simile, è in realtà proprio Di Maio a lanciare slogan e fare propaganda, visto che quanto detto da Zingaretti nulla ha a che vedere con i problemi attuali, come se questi dovessero essere accantonati. Per caso, Zingaretti ha detto che non piove, che a Taranto non esistono problemi, che Venezia debba finire sott'acqua?
Inoltre, l'accusa a Zingaretti di fare propaganda da parte di uno che per 12 mesi, invece di governare seriamente, ha gareggiato nel fare campagna elettorale con il proprio alleato, non è tanto un insulto a Zingaretti quanto a quegli italiani, ancora dotati di cervello, costretti a sentire certe sciocchezze da un rappresentante delle istituzioni.