I "comunisti" di una volta, quelli veri, si auguravano di non voler morire democristiani. I comunisti di oggi, comunisti si fa per dire... beninteso, si augurano invece di non voler diventare grillini.

«C’era una legge sulla prescrizione voluta dal Pd e dal ministro Orlando. Poi sono arrivati i populisti gialloverdi e con i voti leghisti e grillini hanno cambiato la legge eliminando la prescrizione e rendendo i cittadini imputati a vita. Un obbrobrio giuridico. Noi ieri abbiamo votato per ripristinare la legge dei nostri Governi, cancellando le misure giustizialiste e populiste. Mi dispiace solo che il Pd abbia scelto di seguire i grillini anche su questo, andando purtroppo a rimorchio dei Cinque Stelle. Non abbiamo rotto la maggioranza, abbiamo solo difeso lo stato di diritto. Continueremo a farlo, anche senza il permesso dei populisti: populisti nuovi e populisti vecchi. Abbiamo fatto un governo insieme per mandare a casa Salvini, non per diventare grillini».

Come chiariscono le parole sopra riportate è il senatore Matteo Renzi a non voler diventare grillino e quanto da lui sopra descritto è relativo al voto di ieri in Commissione Giustizia in cui Italia Viva, il suo partito, si è schierato contro la maggioranza del governo di cui fa parte, votando una proposta di legge di Forza Italia in cui si voleva ripristinare la prescrizione, proposta che però non è passata.

Che cosa voglia Matteo Renzi è difficile capirlo, visto che da quanto dichiara sembra non voler accettare il fatto che la prescrizione, come avviene in tutti i Paesi che lui stesso cita spesso come esempio a cui l'Italia dovrebbe tendere, debba decadere dopo il primo grado di giudizio. Quello su cui adesso le forze di governo stanno discutendo è la durata del processo perché, come è giusto che sia, se un imputato viene chiamato in giudizio per un reato, una volta decaduta la prescrizione non è possibile che il giudizio per tale reato non arrivi in tempi certi. 

Ma Matteo Renzi sembra preferire il vecchio sistema che, però, aveva il difetto di far sì terminare i processi in tempi certi, ma anche quello di non punire i colpevoli di un reato.


A Renzi ha risposto il responsabile Giustizia del Pd, Walter Verini: «A proposito di rimorchio, noi non andremo mai a rimorchio e non voteremo mai con Salvini. Noi siamo davvero coerenti. Respingiamo ogni maldestra accusa da parte di Italia Viva che oggi in commissione ha tenuto un atteggiamento ambiguo.Siamo stupiti dell’atteggiamento di Italia Viva. Noi siamo andati a rimorchio della coerenza e del fatto che per la prima volta abbiamo l’occasione di discutere e arrivare a tempi certi dei processi. Siamo meno stupiti dell’atteggiamento di alcune forze dell’opposizione che hanno confermato di voler usare la giustizia per propri interessi di partito. Ci aspettiamo che nei prossimi giorni il ministro presenti in consiglio un ddl di riforma del processo penale con tempi certi dei processi e che cambi la prescrizione».

Per Matteo Renzi - è evidente - il misero 5% attuale di Italia Viva è ben poca cosa rispetto alle sue aspettative. E così, specie se vi è la possibilità che gli italiani vengano chiamati di nuovo a votare, deve darsi da fare per far loro vedere che lui conta. Oltre alla prescrizione, pertanto, Matteo in futuro si farà venire molti altri mal di pancia.