Il 19 aprile, il totale delle persone contagiate dal Sars-CoV-2 è 178.972, con un incremento rispetto a ieri di 3.047. Il numero totale di attualmente positivi è di 108.257, con un incremento di 486 rispetto a sabato. 

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 34.497 in Lombardia, 13.552 in Emilia-Romagna, 14.470 in Piemonte, 10.210 in Veneto, 6.496 in Toscana, 3.490 in Liguria, 3.182 nelle Marche, 4.321 nel Lazio, 3.022 in Campania, 1.971 nella Provincia autonoma di Trento, 2.786 in Puglia, 1.337 in Friuli Venezia Giulia, 2.202 in Sicilia, 1.987 in Abruzzo, 1.566 nella Provincia autonoma di Bolzano, 436 in Umbria, 864 in Sardegna, 844 in Calabria, 562 in Valle d’Aosta, 247 in Basilicata e 215 in Molise.

Tra i positivi, 2.635 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 98 pazienti rispetto alle ultime 24 ore, 25.033 (+26) sono ricoverati con sintomi, 80.589, pari al 74% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 47.055, con un incremento di 2.128 persone rispetto a ieri. 

433, in diminuzione, il numero dei deceduti odierni, che porta il totale a 23.660. 


In una intervista a Sky, Walter Ricciardi, rappresentante per l'Italia nell'Executive Board dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e comsulente del ministro della Salute nell'attuale emergenza per contrastare il contagi da Covid ha dichiarato: 

«È assolutamente troppo presto per iniziare la fase due dell’emergenza coronavirus, i numeri, soprattutto in alcune Regioni, sono ancora pieni di una fase uno che deve ancora finire. È assolutamente importante non affrettare e continuare. Il piano del ministro Speranza, articolato su cinque punti e che sta preparando la fase due è quello da attuare ed è basato su distanziamento sociale, rafforzamento del servizio sanitario nazionale sia nella parte territoriale che nella parte ospedaliera e poi sulla diagnostica estesa ma mirata e sul tracciamento. Questa è la fase preparatoria, però non c’è dubbio che potrà partire, soprattutto in alcune Regioni, quando conteremo i nuovi casi sulle dita di una mano e non certamente con numeri a quattro cifre”.Stiamo facendo dei modelli che studiano quando presumibilmente ci sarà l’azzeramento dei contagi nelle prossime settimane o in certi casi nei prossimi mesi. Soltanto sulla base di quei numeri si potrà dare il via libera, perché altrimenti quello che succede, come è successo nel passato, è che nel momento in cui si allentano le misure di sicurezza, la pandemia riesplode con una seconda ondata, che il passato ci dice che molto spesso è peggiore della prima. Non ce lo possiamo permettere perché significherebbe richiudere prontamente tutte le attività, risigillare tutti a casa in maniera forte e soprattutto esercitare quella pressione sul servizio sanitario nazionale che poi si traduce in malati, intubati e morti. È una cosa che non vogliamo che si ripeta.Nella seconda fase proponiamo di estendere la tamponatura ai sintomatici molto lievi, quelli che hanno un solo sintomo e che esordiscono con un colpo di tosse e soprattutto con la febbre, e isolarli immediatamente nel caso risultino positivi e poi tracciarli tecnologicamente in modo tale da risalire ai contatti in modo rapido».