A proposito della manovra di bilancio, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'attuazione del programma il senatore Giovan Battista Fazzolari, uno degli uomini in assoluto più ascoltati dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha palato di una "manovra responsabile" impostata sulla serietà e sulla attenzione ai conti pubblici.

Molti, ammettiamolo, aspettavano questa prima manovra di bilancio del nuovo governo di centrodestra con i fucili spianati, pronti a gridare allo sperpero e allo sfascio dei conti pubblici. Altri invece erano pronti a chiamare a gran voce la piazza per lo smantellamento del Reddito di cittadinanza. Altri infine erano pronti ad accusare il governo del solito favore agli evasori con le solite misure di condono e di agevolazioni per i furbi e contro gli onesti. Ed invece nulla di tutto questo è accaduto e molti giornali e commentatori di sinistra, inutile negarlo, sono rimasti sorpresi e forse anche un po' delusi, di non farà camminare la loro solita macchina propagandistica contro gli irresponsabili, a loro avviso, del centrodestra.

Evidentemente nemmeno loro hanno fatto conto del fatto che alla guida del paese siede una donna che, con tutti i difetti umani che ognuno ha e al di là delle idee politiche che si possono avere, ha nella serietà e nella coerenza la base della sua azione politica.

La manovra di bilancio attesissima e temutissima, anche per i tempi strettissimi con i quali è stata giocoforza preparata. è effettivamente improntata alla prudenza e alla serietà anche a costo, come dice sempre il saggio Fazzolari di rischiare di perdere una fetta di consenso "Nel 2018 noi di Fratelli d'Italia dicevamo di essere contrari al Reddito di cittadinanza. All’epoca speravamo di arrivare al 4%, avremmo potuto evitare di parlarne per raggiungere quella soglia. Figuriamoci se lo facciamo oggi».

Già oggi che proprio sul reddito il governo Meloni ha dovuto per serietà e responsabilità fare una piccola retromarcia sulla idea sempre in campo, di togliere una misura mal pensata e che non ha funzionato. 

Ma anche sulle accise o sulla flat tax o ancora sul cuneo fiscale, per il quale la Confindustria ha chiesto a gran voce una manovra shock, (quando sono trenta anni che se ne parla senza che nessuno faccia nulla). Il governo ha varato una manovra certo prudente ma che ha al suo interno una precisa visione e che rappresenta l'avvio di un percorso che dovrà avere un seguito nei prossimi cinque anni.

La serietà e la responsabilità chiesta a gran voce dai mercati finanziari e dall'Europa è stata perseguita, pur restando alcune misure che sono comunque alla base del programma del centrodestra e che certamente verranno rafforzate col tempo, quando l'economi e le condizioni internazionali mutate lo permetteranno.

E sentire ancora dal sottosegretario Fazzolari dire che "non abbiamo la preoccupazione della ricerca del consenso. Sentiamo il peso della responsabilità e facciamo quello che ci sembra utile", lascia davvero stupefatti ricordando la assurda campagna di demonizzazione fatta in campagna elettorale dalla sinistra e dal terzo polo sullo sfascio che un governo centrodestra avrebbe provocato sui conti pubblici. 

D'altra parte chi ci aveva visto lungo era stato proprio l'ex premier Mario Draghi, che ancora prima che finisse la campagna elettorale, ha rassicurato mercati e cancellerie internazionali sul fatto che anche un futuro governo Meloni avrebbe proseguito sulla via virtuosa tracciata.  E chissà che per una volta forse Fazzolari, che viene considerato una sporta di guru e di onnisciente all'interno del partito della meloni, potrebbe anche aver commesso un errore di valutazione, a proposito del rischio di calo di consenso.