Anche la legge di riforma fiscale voluta da Trump potrebbe trasformarsi in una nuova debacle di politica interna per il presidente Usa, dopo il no ricevuto alla riforma sanitaria che avrebbe dovuto cancellare l'Obamacare.
Donald Trump aveva invitato i senatori repubblicani a votare la nuova legge già questa settimana in modo tale da completare l'iter al Congresso in tempo per consentirgli di vararla prima delle vacanze di Natale.
Però, anche stavolta, una legge chiave di Trump non convince tutti i repubblicani che dovrebbero votarla, a cominciare da quelli presenti in Commissione Bilancio dove la legge è in discussione.
A mettere i bastoni tra le ruote di Trump sono i senatori Ron Johnson e Bob Corker che, rimanendo il provvedimento invariato, hanno affermato che avrebbero votato contro.
Per Corker è necessario che nella legge sia aggiunto un provvedimento che tenga sotto controllo la crescita del deficit federale. Per Johnson invece, è necessario portare miglioramenti che possano favorire maggiormente le piccole imprese.
La nuova legge fiscale voluta da Trump prevede la riduzione dell'aliquota dell'imposta sulle società al 20 percento dall'attuale 35 percento, oltre ad una progressiva esenzione fiscale per i profitti generati all'estero.
Tutto questo però ha un costo che, in base alle analisi fatte dall'ufficio Bilancio del Congresso, aggiungerebbe al deficit federale la non irrisoria cifra di 1,4 trilioni di dollari in dieci anni. Una follia, quindi? Secondo i repubblicani non sarebbe così perché l'esenzione fiscale farebbe da stimolo alla crescita economica che, di conseguenza, genererebbe le entrate fiscali necessarie ad eliminare ogni nuovo deficit.
Ma il senatore Bob Corker non deve esserne tanto convinto, e per questo vuole degli aggiustamenti che in caso di necessità possano impedirne l'allargamento.
I senatori repubblicani presenti nella Commissione Bilancio al Senato sono 23, uno in più rispetto a quelli dei democratici. Se già venisse a mancare un solo voto il percorso della legge voluta da Trump sarebbe probabilmente devastante. Infatti, nell'aula del Senato il rapporto tra repubblicani e democratici è di 52 a 48 in favore dei primi. Se non si potesse votare con la maggioranza semplice, cosa che accadrebbe nel caso di voto contrario della Commissione Bilancio, perché la legge passi sarebbe necessario anche l'apporto dei democratici, il che significherebbe un nuovo ulteriore passo falso per Trump.