Vincenzo Musacchio racconta Peppino Impastato agli studenti del Colegio Nacional de Buenos Aires
In videoconferenza, per il secondo incontro con gli studenti argentini, il criminologo ha raccontato la storia di Peppino Impastato ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978. “A quell’epoca avevo solo dieci anni, ma ricordo benissimo il suo assassinio”.
“La sua lotta fu allora ed è ancora oggi il simbolo del coraggio per tutti quelli che hanno la volontà e la forza di parlare, lottare, denunciare affari e connivenze mafiose”. La scintilla che scatenò il boss Gaetano Badalamenti e la sua furia omicida fu «Radio Aut», la radio di Peppino, dove la mafia era ridicolizzata tutti i giorni. Nel programma che si chiamava «Onda Pazza» con grande sarcasmo, prendeva in giro i capimafia e i politici locali.
Ci vollero dieci anni affinché Gaetano Badalamenti fosse processato per l’omicidio. La sua morte fu associata alla matrice politica e poi addirittura al suicidio. A confermare la pista mafiosa sarà preziosa la testimonianza di un pentito della mafia di Cinisi, Salvatore Palazzolo.
“Peppino era un attivista politico, schierato sempre dalla parte dei più deboli”. Nonostante fosse morto, gli elettori di Cinisi scrissero il suo nome sulle schede elettorali e divenne così in maniera simbolica consigliere comunale.
“Mi piace ricordarlo non soltanto per le sue denunce contro la mafia ma soprattutto per le sue invettive contro la politica corrotta e collusa con i mafiosi”. “Peppino pagò con la vita la sua scelta di combattere la mafia e fu tra i primi a denunciare in pubblico il malaffare e la corruzione che dilagavano in Sicilia”.
A voi lo voglio ricordare con la sua frase più bella: “La mafia uccide, il silenzio pure”. Era e resterà una voce libera contro il predominio mafioso. “Se fosse vivo oggi credo che Peppino Impastato sarebbe stato, con molte probabilità, una grande spina nel fianco delle nuove mafie con la stessa forza e la stessa lungimiranza con le quali la combatté a schiena dritta negli anni Settanta”.
Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra.