Esteri

La presidenza Trump potrebbe realmente offrire una soluzione al conflitto in Medio Oriente

Si è tenuto oggi il vertice arabo-islamico a Riad, in Arabia Saudita. Il principe saudita, bin Salman condannato l'aggressione dello Stato ebraico a Gaza, definendola un genocidio, con i leader arabi e musulmani che hanno anche condannato i tentativi di consolidare la presa di Israele sulla Gerusalemme Est occupata, indichgata come "capitale eterna" dei territori palestinesi:

"Riaffermiamo la piena sovranità dello Stato di Palestina sulla città occupata di Al-Quds Est, l'eterna capitale della Palestina, e respingiamo qualsiasi decisione o misura israeliana volta a giudaizzarla e a consolidare l'occupazione coloniale della città", si legge in uno dei punti della dichiarazione conclusiva del summit.

Una dichiarazione, quella appena riportata, di non poco conto, considerando che oggi il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, uno tra i più estremisti dei tanti psicopatici filonazisti che fanno parte del governo Netanyahu, ha dichiarato di aver incaricato il Dipartimento per gli Insediamenti del Ministero dell'Esercito e dell'Amministrazione Civile israeliana di avviare un lavoro preparatorio per preparare le infrastrutture necessarie per attuare il controllo diretto del governo sulla Cisgiordania, che in tal caso sarebbe annessa e diventerebbe parte integrante dello Stato ebraico. In questo momento la Cisgiordania e Gerusalemme est sono sotto il controllo dell'esercito israeliano come Territori Occupati.

Smotrich ha affermato che con la nuova presidenza Trump è giunto il momento di imporre la sovranità israeliana sulla Cisgiordania.

Da ricordare che Riad, tramite il proprio ministro degli Esteri, meno di un mese fa ha dichiarato ufficialmente che non ci saranno accordi di normalizzazione con Israele se lo Stato ebraico non avvierà le trattative per una soluzione a due Stati.

Difficile pensare che ai sauditi interessi direttamente della sorte dei palestinesi. Invece è assolutamente lecito pensare che ai sauditi interessi che il Medio Oriente diventi la regione più pacifica del mondo, come dimostra l'inversione a U nei rapporti con l'Iran.

Il motivo è semplice. Il fondo PIF sta investendo miliardi e miliardi di dollari per trasformare l'Arabia Saudita - che adesso vive solo di petrolio e gas - in un polo di attrazione turistica che possa soddisfare per 365 giorni all'anno qualsiasi tipo di richiesta, dalla cultura allo svago, fino allo sport. A riprova di ciò, dopo l'accordo raggiunto con il PGA Tour, gli arabi adesso hanno ufficialmente messo le mani anche sul golf... a livello mondiale. Una notizia che non può non interessare l'imprenditore Trump che, come unica fonte di reddito reale, ha gli alberghi collegati ai campi da golf. 

Quindi, dove diritti umani e compassione non farebbero breccia, c'è da ipotizzare che a mettere i bastoni tra le ruote ai fanatici ebrei che vivono per l'annessione della Cisgiordania possa essere il vil denaro. 

Se il fondo PIF metterà sul piatto la possibilità di ritorni economici per le asfittiche aziende di Trump, il futuro presidente USA potrebbe iniziare a prendere in considerazione che, in fondo, i desiderata di Israele non sia poi così importanti per gli Stati Uniti.

Autore Giuseppe Ballerini
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