Cronaca

Condannato a 5 anni e 2 mesi Carlo De Benetti per l'amianto alla Olivetti

A Ivrea era stato istruito il processo per la morte di 10 dipendenti della Olivetti avvenuta tra il 2008 e il 2013 per mesotelioma pleurico, una forma di tumore casuata dalla presenza di amianto.

I pubblici ministeri Laura Longo e Francesca Traverso avevano ritenuto responsabili la proprietà e i dirigenti dell'epoca, all'incirca una quindicina di persone, di essere informati della presenza di amianto nell'azienda, ma di non aver predisposto alcuna forma di tutela e allerta per i dipendenti.

A seguito di ciò, nella loro requisitoria avevano chiesto al collegio giudicante una condanna a 6 anni e 8 mesi per Carlo De Benedetti, 6 anni e 4 mesi per il fratello Franco Debenedetti, 3 anni e 6 mesi per Corrado Passera, mentre per Roberto Colaninno, invece, avevano chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto.

Questa mattina, il giudice Elena Stoppini ha pronunciato la sentenza, condannando a 5 anni e 2 mesi Carlo e Franco Debenedetti che, a vicenda,  avevano ricoperto nell'azienda incarichi di primo piano dal 1978 fino al 1996. Corrado Passera, il cui avvocato ha ricordato che il suo assistito è stato amministratore delegato per poco tempo e nell'ultimo periodo contestato dall'accusa e che non  esiste alcuna  prova che le esposizioni all'amianto siano avvenute in tale epoca oltre all'evidenza di un  suo comportamento omissivo, è stato condannato ad 1 anno e 11 mesi. Il giudice, in tutto, ha condannato 13 persone, assolvendone tre, tra cui Roberto Colaninno, come richiesto dai PM.

In solido, gli imputati sono stati anche condannati a risarcire i familiari delle vittime, a titolo provvisorio, per una cifra che si avvicina ai 2 milioni di euro. Il giudice Elena Stoppini, inoltre, su suggerimento dei PM ha disposto ulteriori accertamenti sulla posizione di Carlo De Benedetti a seguito di altri tre decessi attribuiti a tumore polmonare e non a mesotelioma.

Questa la dichiarazione di Carlo De Benedetti riportata dall'Agenzia Ansa: «Sono stupito e molto amareggiato per la decisione del Tribunale di Ivrea di accogliere le richieste manifestamente infondate dell'accusa. Sono stato condannato per reati che non ho commesso. [...] Sono fiducioso (nel riconoscimento, ndr.) della totale estraneità rispetto ad accuse tanto infamanti quanto del tutto inconsistenti. [...]

Sono stato condannato per reati che non ho commesso, come ha dimostrato l'ampia documentazione prodotta in dibattimento sull'articolato sistema di deleghe vigente in Olivetti e sul completo e complesso sistema di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, da me voluto e implementato fin dall'inizio della mia gestione.

I servizi interni preposti alla sicurezza e alla salute dei lavoratori e alla manutenzione degli stabili non mi hanno mai segnalato situazioni allarmanti o anche solamente anomale in quanto, come emerso in dibattimento, i ripetuti e costanti monitoraggi ambientali eseguiti in azienda hanno sempre riscontrato valori al di sotto delle soglie previste dalle normative all'epoca vigenti e in linea anche con quelle entrate in vigore successivamente. [...]

Sono vicino alle famiglie dei lavoratori coinvolti, ma ribadisco ancora una volta che durante la mia gestione l'Olivetti ha sempre tenuto nella massima considerazione la salute e la sicurezza in ogni luogo di lavoro.  [...] Nel rispetto della funzione giurisdizionale, dico che questa è una sentenza profondamente ingiusta».

Autore Egidio Marinozzi
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