È arrivata, tramite il suo account social, la risposta di Sua Eccellenza il Signor presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alle opposizioni che hanno chiesto il ritiro della cosiddetta norma anti-rave party:

"Ho letto diverse dichiarazioni da parte di esponenti dell’opposizione in merito alle misure prese in Consiglio dei Ministri sui cosiddetti rave party abusivi.Innanzitutto vorrei dire che è una norma che rivendico e di cui vado fiera perché l’Italia - dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all’illegalità - non sarà più maglia nera in tema di sicurezza.È giusto perseguire coloro che - spesso arrivati da tutta Europa - partecipano ai rave illegali nei quali vengono occupate abusivamente aree private o pubbliche, senza rispettare nessuna norma di sicurezza e, per di più, favorendo spaccio e uso di droghe.Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano, ma vorrei rassicurare tutti i cittadini - qualora ce ne fosse bisogno - che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso. A negarlo in passato, semmai, sono stati proprio coloro i quali oggi attaccano i provvedimenti del nostro Esecutivo, difendendo di fatto chi invade terreni ed edifici altrui.Abbiamo dimostrato che se lo Stato c’è, può garantire ai cittadini di vivere in una Nazione più sicura e che anche in passato si sarebbero potuti arginare episodi simili.Infine, vorrei ringraziare le Forze dell’Ordine che hanno gestito in modo ordinato e in piena sicurezza lo sgombero del capannone a Modena".

Prima considerazione. All'inconsapevole Meloni, poveretta, i suoi fidi camerati non hanno ricordato che l'invasione di terreni o edifici è già reato nel nostro ordinamento: si tratta di un "delitto contro il patrimonio", previsto nell'art. 633 del codice penale. 

Tutto quanto Piantedosi ha fatto passare come norme mancanti nel codice penale italiano per contrastare i rave party, queste già erano presenti e sufficienti, altrimenti non si capisce come la polizia sia potuta intervenire per far sloggiare i partecipanti a quello di Modena di pochi giorni fa.

Il nuovo art. 434-bis del codice penale - che non si applica soltanto ai rave party - si apre (insolitamente) con una definizione: "l'invasione per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica". Pertanto, si ritiene pericoloso ciò che ancora attende di essere dimostrato come pericoloso (come risulta dal fatto che punita sia la semplice promozione dell'evento).

Pertanto, il provvedimento è oggettivamente discrezionale e la sua applicazione può essere applicata in maniera indiscriminata. Un esempio? I dipendenti di un'azienda che occupano la fabbrica che la proprietà ha dichiarato di voler chiudere: se sono più di 50 rischiano 6 anni di galera. 

E le norme, qualcuno lo faccia presente alla "sprovvedutissima" signor presidente del Consiglio, non è che si applichino o non si applichino in base alla condiscendenza del potente di turno, ma si scrivono seguendo ciò che la Costituzione consente di fare. 

È evidente che Giorgia Meloni conosce bene il Mondo di Mezzo, ma non le regole democratiche della Repubblica italiana... probabilmente è rimasta a quella di Salò.