Vogliamo rubare il mestiere a Maria de Filippi? No davvero, e come potremmo!  No, desideriamo solo trattare brevemente il tema dei vecchi rapporti eterosessuali, ormai sul viale del tramonto e, aggiungiamo, giustamente, visto lo stato in cui si sono ridotti. Incentriamo l'attenzione sul nostro paese, che risente, anche in questo campo, di destabilizzazioni sociali preoccupanti.

Fino agli anni cinquanta la condizione della donna, almeno nelle classi sociali meno fortunate,  era alquanto miserevole. Pur se essa aveva ottenuto il diritto di voto, permanevano sacche di società ove  veniva sfruttata, in famiglia, sul lavoro; il suo diritto all'istruzione era mortificato; le gravidanze indesiderate abbondavano , alimentando la piaga dell'aborto clandestino; non esisteva il divorzio, casomai per liberarsi di un matrimonio infelice o di un coniuge violento, anche perché spesso a lavorare era solo lui, e l'annullamento rotale era alla portata di poche tasche; il codice penale prevedeva ancora il reato di adulterio femminile.

Nel decennio successivo le acque si smossero. Una serie di innovazioni legislative, unitamente ai rivolgimenti sessantottini che ne furono causa ed effetto, la necessità di disporre di forza lavoro e, di più, l'opportunismo tutto politico teso a ingraziarsi fette di elettorato, sembrarono portare il soffio del cambiamento.

I compagni di strada, i maschietti di allora, in cintura alta e zampa d'elefante, parevano ben contenti di queste innovazioni. Isadora,  protagonista della trilogia femminista di Erika Jong ,  domanda a un uomo  (citazione sostanziale e non letterale, per ragioni di memoria): " perché frequenti i nostri raduni?". Risposta: “perché si scopa molto". Ricordiamo tutti, noi nati prima del Vietnam,  il florilegio di libri e riviste, i "Cosmopolitan" che sostituivano la rubrica cuori infranti con quella sull'orgasmo clitorideo, o il "Noi donne" che levava lo spazio ricette, per far posto a quello sul bieco maschilismo da avversare come la peste.

  Ci siamo svegliati e l'Italia non era più la stessa. Per la verità, alcuni geniacci avanti anni luce al popolino, come Alberto Arbasino ci avevano sempre detto che il maschio italico non è quel galletto che sembra: è infarcito di insicurezze e complessi, non ha mai digerito la trasformazione lampo di una donna prima virginale e contadinesca a messalina mediterranea: quello era un compito da vikinghe o vaineh polinesiane! Ci raccontava di un uomo attratto dal suo simile, in fuga dalla sessuofobia papalina di allora; e che ora, come rileviamo dalle statistiche, ha il cervello frantumato dall'aggressività di queste gorgoni sempre insoddisfatte e piene di pretese: un ex latin lover, patito del sesso transgender, accanito frequentatore di prostitute sempre più baby, abbarbicato al giocattolo della pornografia, tanto da dipenderne ossessivamente

 

Facevamo tanti bambini, ora siamo in coda alle classifiche con l'altra ex clericale d'Europa, la Spagna . Siamo libertini ma non liberati, indietro su tutti i diritti riconosciuti nella civile Europa che vorremmo emulare e, non riuscendoci, disprezziamo. Deteniamo il record degli omicidi di donne; e sentiamo illustri strizzacervelli pontificare che "sì, l'uomo italiano tradisce con un po' di leggerezza", quando l'argomento è la violenza , la cieca furia sui corpi femminili, un tempo compagne amate, poi odiate per un abbandono o perché non accettano compromessi.

 

Trovare colpe è ritenuto inutile; potremmo limitarci a ipotizzare delle responsabilità. E iniziamo proprio da lei. Una donna sempre più spesso dimentica di dolcezze e attenzioni che poi, nella migliore delle ipotesi, lui cerca nei paradisi esotici o nell'est europeo; una nevrotica che cerca il sesso compulsivamente e imita l'altro, volando ai Caraibi o nel Sub Sahara; che brama la carriera con i peggiori metodi, a imitazione dei Gekki o dei Caimani; che abbandona la prole, la picchia, la uccide; o la usa per spolpare le finanze dell'ex, il quale volentieri un bel giorno sparisce, covando desiderio di vendetta verso tutto il genere.

E qualcosa diremmo anche a lui, che non sa stare se non sopra o sotto, o a comandare col bastone o in ginocchio a prenderle da una escort per la quale sottrae risorse al bilancio familiare; che non sa più aprire una portiera alla compagna, scambiando parità con villania; che non sa cosa vuole,e si limita a girarsi per guardare culi e tette, perché poi, dell'intelligenza o dell'onestà, in una femmina, non sa cosa farsene. Come disse un clientone di viados a Le Iene una volta " voglio una donna con il c...o, è il sogno di tutti".

Ora l'avete, siete più felici?