La Corte d’Assise di Palermo conferma con condanne da 8 a 28 anni che la trattativa tra Stato e mafia c’è stata
«La trattativa Stato-mafia c’è stata. Con le condanne di oggi muore definitivamente la Seconda Repubblica. Grazie ai magistrati di Palermo che hanno lavorato per la verità.»
Questo il commento "politico" espresso dal capo politico dei 5 Stelle Luigi Di Maio dopo aver appreso la sentenza pronunciata dal giudice Alfredo Montalto con cui, nel pomeriggio di venerdì, la Corte d’Assise di Palermo ha riconosciuto con condanne esemplari l'esistenza della trattativa tra Stato e mafia avviata dai vertici del ROS con il tramite dell'ex sindaco di Palermo Ciancimino.
Le condanne, con pene comprese tra 8 e 28 anni di carcere, sono state comminate agli ufficiali del ROS Mario Mori (12 anni), Antonio Subranni (12 anni) e Giuseppe De Donno (8 anni), a Marcello Dell'Utri (12 anni), a Leoluca Bagarella (28 anni) e ad Antonino Cinà (12 anni) per lo stesso reato: minaccia a corpo politico dello Stato.
Massimo Ciancimino, da cui è partita l'inchiesta, è stato condannato ad 8 anni per concorso in associazione mafiosa e calunnia dell'ex capo della polizia De Gennaro.
È stato invece assolto l'ex ministro Nicola Mancino, mentre sono cadute in prescrizione le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca.
La sentenza non è però definitiva, si tratta solo del primo grado. Le difese, oltre a gridare allo "scandalo" parlano già di ribaltamento del verdetto nel processo di appello.
Così si espresso l’avvocato Basilio Milio, legale di Mori e Subranni: «E’ una sentenza che lascia sbigottiti. Una sentenza dura che non sta né in cielo né in terra. Lo dico non come cittadino o avvocato, ma perché ci sono quattro sentenze che hanno escluso trattative di sorta che hanno assolto gli imputati. Aspettiamo di leggere le motivazioni. C’è comunque un barlume di contentezza. Perché so che la verità è dalla nostra parte. Sono contento perché è un giorno di speranza, possiamo sperare che dopo 5 anni, in appello vi sarà finalmente un giudizio. Questo è stato un pre-giudizio. Non sono stati ammessi 200 documenti alla difesa e 20 testimoni.»
Di tutt'altro avviso Vittorio Teresi, il Pm del pool che ha istruito il processo, che dopo la lettura del dispositivo non ha trattenuto la propria soddisfazione: «Questo processo e questa sentenza sono dedicati a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia. E' stata confermata la tesi principale dell'accusa che riguardava l'ignobile ricatto fatto dalla Mafia allo Stato a cui si sono piegati pezzi delle istituzioni. E' un processo che andava fatto ad ogni costo.»