Luigi Di Maio, altrimenti noto come giggino oppure o bibitaro, era rimasto indietro sul tema Sea Watch e, allora, nel pomeriggio di sabato ha voluto correre ai ripari con una sua dichiarazione, in cui, dando ora un colpo al cerchio ed un altro alla botte, ha cercato di dimostrare di essere allo stesso tempo d'accordo e in disaccordo con tutti, ovviamente a partire da Matteo Salvini fino ad arrivare alle opposizioni.

Possibile? Basta leggere:

Carola Rackete, comandante della Sea Watch, è stata arrestata dopo aver disobbedito all'alt della Guardia di Finanza, speronando una motovedetta nel tentativo di attraccare nel porto di Lampedusa. E per questo verrà processata, come è giusto che sia, perché ha violato la legge dello Stato italiano, rischiando di creare un danno anche ai nostri uomini e donne in uniforme, che ringrazio per il lavoro che svolgono ogni giorno a tutela della nostra sicurezza.Detto questo trovo assurda l’escalation di insulti e di toni offensivi registrata nelle ultime ore. Non capisco l’esigenza di mettere in piedi questo circo mediatico, con alcuni giornali schierati da una parte e altri dall’altra. Uno Stato sovrano ha le leggi e le fa rispettare. Punto. La capitana verrà giudicata da giudici sulla base delle leggi dello Stato italiano.C’è della rabbia intorno a tutto questo e lo comprendo. Chi rappresenta i cittadini questa rabbia deve sforzarsi di capirla, perché non può essere ignorata. Capirla non significa alimentarla, perché poi altrimenti la rabbia si trasforma in insulti violenti che colpiscono tutte le parti e che vanno sempre condannati.Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha motivato l’arresto della comandante affermando che "le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti". Ancora una volta prendiamo atto dell’azione della magistratura, che quotidianamente svolge un egregio lavoro. È importante elogiare sempre, e non a giorni alterni, il prezioso contributo di giudici e magistrati, perché sono loro che hanno il dovere di far rispettare la legge nel nostro Paese.Troppo spesso, invece, per simpatie o antipatie, la magistratura è stata vittima di attacchi gratuiti, anche da parte della politica. Non c’è cosa più sbagliata di interferire con il lavoro che i nostri servitori dello Stato svolgono con grande professionalità e serietà.Io dico che la politica a volte dovrebbe tacere e applaudire l’operato di chi dalla mattina alla sera si batte per far rispettare la legalità nel nostro Paese!Detto questo, il caso della Sea Watch ha fatto emergere un fatto da non sottovalutare: in svariate circostanze l’Italia è stata trattata come lo “zimbello d’Europa”. Questo perché? Semplice: perché i vecchi governi hanno sempre abbassato la testa, a discapito degli interessi del nostro Paese. Adesso però le cose devono cambiare: o l’Europa si sveglia oppure la svegliamo noi. Ripartiamo insieme, come una vera comunità, cambiando Dublino e il principio di chi prima accoglie poi gestisce!L’Italia non può più farsi carico da sola del problema migranti e fin quando non saremo ascoltati, noi continueremo a farci sentire.


Certo che chi scrive i testi del bibitaro di Maio, a meno che lui non lo faccia da solo, non può che essere - a voler pensar bene - che un povero praticante alle prime armi, che possiede gli strumenti del mestiere ma non li sa usare, e che poi finisce con il far danni.

Il ministro bibitaro, sicuramente più meritevole dell'altro megafono del cambiamento che lavorare non sa neppure cosa significhi, nella sua elementare retorica dimentica che le leggi che anche lui ha contribuito a licenziare sono in realtà delle assolute porcate che negano i principi del diritto internazionale, così come gran parte dell'agire dei rappresentanti di questo Governo.

Ed è per questo che i difensori della legalità da lui celebrati finiscono per diventare, di fatto e a loro insaputa, difensori dell'illegalità, aggiungiamoci pure criminale, di chi nega l'evidenza dei fatti a supporto della propaganda, oltretutto istigando pure all'odio, razziale e non.

Inoltre, lo zimbello d'Europa, e del mondo, è chi vince le elezioni con oltre il 30% dei consensi per poi consegnare le chiavi del Governo all'alleato che ha appena la metà dei seggi.

Lo zimbello d'Europa, e del mondo, è chi dice di non esser né di destra, né di sinistra, per poi finire per supportare chi nel Paese promuove idee e politiche parafasciste.

Lo zimbello d'Europa, e del mondo, è chi, dopo aver combinato un tale disastro pretende pure di negarlo, cercando di far credere che abbia agito e stia agendo per l'interesse dell'Italia.

Lo zimbello d'Europa, e del mondo, è in realtà proprio Luigi Di Maio, o bibitaro, che invece di pretendere di cambiare Dublino dovrebbe semplicemente rendersi conto della propria inadeguatezza, raccogliere i suoi cenci, prendere il capello, salutare tutti e tornare a fare ciò che è nelle sue capacità: vender bibite al san Paolo.