Scienza e Tecnologia

Attivo il progetto "CovidLeaks" che ha come obiettivo la pubblicazione di tutti i dati sul Covid19 in formato aperto

Risponde all'indirizzo CovidLeaks.it, il progetto "CovidLeaks", promosso dall'Associazione Luca Coscioni insieme a "Soccorso civile", che ha come obiettivo la pubblicazione di tutti i dati sul Covid19 in formato aperto e disaggregati.

Lo scopo del sito, realizzato grazie alla piattaforma Globaleaks e attivo da novembre 2020, è quello di mettere a disposizione dei "whistleblower" (lanciatori di allerta) uno spazio in cui raccogliere - in modalità completamente anonima - segnalazioni da parte di privati cittadini e professionisti su temi di interesse civile e sociale, a partire dall'emergenza coronavirus.

I dati finora ottenuti, che riguardano Lombardia, Toscana e Veneto, sono disponibili al seguente indirizzo:
https://www.associazionelucacoscioni.it/covidleaks-ecco-le-segnalazioni-finora-pervenute


Così, in una nota, l'Associazione Luca Coscioni ha spiegato l'iniziativa:

A poche ore dalla creazione della piattaforma di whistleblowing CovidLeaks.it, promossa dall'Associazione LucaCoscioni - attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza ealla salute - sono arrivati i primi dati sulla pandemia, tramite segnalazioni anonime. I dati sono poi stati pubblicati online, in modalità aperta e ulteriormente anonimizzata, a disposizione della comunità scientifica, data journalists, ricercatori e chiunque voglia utilizzarli per analisi indipendenti. Un’azione volta a sottolineare l'importanza di avere a disposizione dati aperti, finora ancora non condivisi dalle Istituzioni, per conoscere l'effettivo stato della pandemia nel nostro Paese. I mittenti “whistleblower” affermano che si tratta di alcuni dati sulla diffusione del virus in Lombardia e in alcune zone della Toscana, allegando alcune comunicazioni interne alle autorità sanitarie finalizzate a comprovarne l'origine. In particolare, le tabelle sulla Lombardia si riferiscono ai dati di giugno sulle prime 16.318 morti nella regione e riportano al massimo grado di dettaglio possibile - cioè a livello individuale - informazioni sulle persone decedute: per ciascuna è specificato sesso, età, comune di residenza, comorbilità per tipologie di malattia e presenza o meno di altre patologie oncologiche.  Le tabelle sulla Toscana, invece, riportano per ciascuna delle 1007 persone sottoposte a tampone in una Usl: sesso, età, residenza, unità sanitaria di provenienza e di analisi, eventuale convivenza o familiarità, date precise di presa in accettazione e di validazione.Tutti questi dati - insieme ad altri già noti - sono stati segnalati in formato aperto, e dunque potenzialmente utilizzabili dalla comunità scientifica.

“Sono passate quasi quattro settimane da quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la decisione del governo di condividere i dati con la comunità scientifica. E' da 9 mesi che gli scienziati italiani lo chiedono a gran voce per poter condurre analisi indipendenti, ad esempio per cercare correlazioni incrociando alcune caratteristiche (come età, sesso, residenza, comorbilità) delle persone con altri fattori demografici e ambientali”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “Noi continueremo la nostra azione con la piattaforma Covidleaks.it a ricevere e pubblicare segnalazioni, ma è evidente che per avere dati disaggregati e in formato aperto su scala nazionale e consentire agli scienziati di effettuare sistematicamente ricerche indipendenti servirebbero i dati aggiornati in tempo reale e certificati dalle Agenzie di Tutela della Salute, dalle Regioni, dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Governo. Solo così gli scienziati potrebbero avere quelle garanzie di integrità, accuratezza e tempestività che le segnalazioni anonime non possono adeguatamente fornire”. 

L’Associazione Luca Coscioni precisa che i file pubblicati sono copie dei file segnalati anonimamente a Covidleaks (i riferimenti che avrebbero potuto far risalire a identità personali sono stati eliminati). Trattandosi di file anonimi, non ci è possibile garantire l'integrità dei dati. La nostra richiesta è infatti che siano le istituzioni a liberare tutti i dati.

Autore Matteo Pani
Categoria Scienza e Tecnologia
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