Nel suo intervento, in occasione della presentazione dei risultati della commissione di inchiesta sulla guerra in Iraq, sir John Chilcot ha affermato che la Gran Bretagna è entrata in guerra prima che fossero esaurite tutte le possibilità di evitare un conflitto e che l'intervento si basò su informazioni inattendibili fornite dai servizi segreti.

Due le domande cui il rapporto Chilcot era tenuto a rispondere:

- Era giusto e necessario invadere l'Iraq?
- L'esercito britannico era sufficientemente preparato per l'invasione?

Nel discorso che ha preceduto la diffusione del corposo rapporto (undici volumi per un totale di due milioni e seicento mila parole), sir Chilcot ha sottolineato che per il Regno Unito la guerra non era l'ultima possibilità, c'era ancora spazio per tentare di raggiungere una soluzione pacifica.

La pianificazione dell'intervento risultò del tutto inadeguata. E' stato umiliante il fatto che le forze britanniche a Basra abbiano dovuto scendere a patti con i gruppi di ribelli lì stazionati, perché non in grado di far fronte alle dimensioni di un conflitto, per il quale erano totalmente impreparate.

Furono l'allora primo ministro britannico, Tony Blair, e l'allora presidente degli Stati Uniti, George Bush, a mettere in discussione l'autorità del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mentre al tempo entrambi accusarono di questo la Francia.

Alle informazioni dei servizi segreti, utilizzate per giustificare la necessità di entrare in guerra, fu attribuito un grado di credibilità del tutto immotivato. Tony Blair illustrò al parlamento le informazioni sulla presenza in Iraq di armi di distruzione di massa, con una certezza ingiustificata.

La politica della Gran Bretagna nei confronti dell'Iraq poteva e doveva essere discussa in molte occasioni durante le riunioni del consiglio dei ministri britannico, ma non lo fu mai.

La commissione guidata da John Chilcot trova inaccettabile la dichiarazione di Blair, secondo il quale sarebbe stato impossibile prevedere i problemi che il paese mediorientale si sarebbe trovato a fronteggiare nella fase successiva all'invasione.

La stessa incapacità che la Gran Bretagna ha mostrato nella fase preparatoria che ha preceduto l'invasione, è stata rilevata anche durante il periodo di ricostruzione dell'Iraq.

Il ministero della Difesa britannico non è stato in grado di fornire alle forze sul campo l'equipaggiamento necessario. In particolare, il rapporto Chilcot sottolinea come i veicoli militari non disponessero della blindatura necessaria per resistere al tipo di esplosivo utilizzato dal nemico.

In occasione della pubblicazione del rapporto, alcuni manifestanti si sono radunati di fronte alla casa londinese di Tony Blair per protestare contro l'ex primo ministro.