Cronaca

Protezione Civile e ultime emergenze nel centro-sud, tra casualità e responsabilità

Difficile capire se quello che sta accadendo in Italia sia il frutto di una nuvola fantozziana che ha deciso di colpire il nostro paese o la conseguenza di decisioni di governi che, a seguito della crisi, hanno finito per depotenziare il sistema di pronto intervento per emergenze e catastrofi.

Mentre era ancora da completare l'intervento a supporto delle popolazioni e della messa in sicurezza dei luoghi colpiti dalla sequenza sismica iniziata il 24 agosto, una nevicata storica e una nuova serie di scosse telluriche hanno messo in evidenza la criticità del sistema di Protezione Civile, almeno rispetto a quello conosciuto nel periodo pre-crisi. Soprattutto, esaminando la vicenda della valanga che ha colpito l'Hotel Rigopiano, con le richieste di aiuto, la preoccupazione degli ospiti ed il mancato intervento di una turbina spazzaneve.

Come se quanto accaduto non fosse stato sufficiente, si sono aggiunte le preoccupazioni per i possibili rischi collegati all'attivazione della faglia presente nelle vicinanze del sistema di dighe di Campotosto, tra Amatrice e L'Aquila. Inoltre, mentre in alcune zone dell'Abruzzo dopo quasi una settimana non è ancora tornata la luce e alcuni paesi sono ancora sommersi dalla neve, una perturbazione con forte vento e temporali sta interessando le regioni del sud, tanto da aver causato già esondazioni ed un morto in Sicilia.

Sì, l'ipotesi della nuvola fantozziana, intesa come incredibile sfortuna, non è da scartare. Tutto quello che sta accadendo nel centro-sud, con tale continuità temporale cinica e spietata, ha qualcosa di davvero incredibile. Perfino ieri, nel Teramano, non era stato possibile portare soccorso ad alcuni paesi ancora isolati a causa della neve perché molte strade non erano ancora completamente transitabili.

Dopo essere stata utilizzata per scopi non proprio aderenti alle proprie finalità come l'organizzaione di grandi eventi che hanno portato lo Stato a spendere cifre folli per opere rivelatesi poi inutili, a partire dal governo Monti è iniziato un parziale declino della Protezione Civile, che, causa crisi, ha ricevuto meno "attenzioni" rispetto al passato nel momento in cui c'era da spartire ed assegnare i finanziamenti con le manovre di bilancio di fine anno.

Nel momento di estrema emergenza, questa minore attenzione verso la Protezione Civile rispetto al passato si è materializzata in tutta la sua evidenza con una mancanza di mezzi in grado di supportare l'emergenza neve e in una certa approssimazione organizzativa che ha fatto scattare l'emergenza per l'Hotel Rigopiano solo dopo un'ora e mezzo dalla valanga.

Per tale motivo, il premier Gentiloni ha parlato di "poteri straordinari" da assegnare a chi si occupa di emergenza e ricostruzione. L'ennesima risistemazione della classica stalla dopo aver preso coscienza della fuga dei buoi? Difficile poterlo affermare con certezza. Ma una certa approssimazione e sottovalutazione dei problemi con quanto accaduto a seguito della nevicata in Abruzzo non è da escludere a priori. E quanto anticipato da Gentiloni non può non essere considerato anche come parziale ammissione di colpa.

Autore Fabrizio Marchesan
Categoria Cronaca
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