Queste sono le radici, marce, a cui ispira Giorgia Meloni
«Dice bene Francesco Borgonovo: "Il problema vero nasce quando il patriottismo diviene centrale nell’azione politica, cioè quando avanzano partiti o movimenti che mettono la difesa dell’Italia tra i principali obiettivi. In questo caso scatta immediata la reprimenda". Proprio quello che succede a Fdi, che si batte sempre per la difesa degli interessi nazionali: a quel punto al mainstream il patriottismo non piace più, e lo trasforma in "estremismo"».
Così, orgogliosamente, Giorgia Meloni cita il giornalista opinionista dell'estremismo di destra Francesco Borgonovo a dimostrazione della bontà della sua propaganda politica che scimmiotta il fascismo, ma che non può e non deve essere etichettata come tale... neppure quando la stessa Meloni prende ad esempio l'illiberale Ungheria, come l'ha definita il suo nume tutelare Orban, come punto d'arrivo per la "sua" idea d'Italia.
Siamo nati in un cupo tramonto / di rinuncia, vergogna, dolore,
siamo nati in un atto d'amore /riscattando l'altrui disonorSiamo nati nel nome d'Italia / stretti intorno alla nostra bandiera
è rinata con noi primavera / si è riaccesa una fiamma nei cuor.
Questo è un passaggio del Canto degli italiani da cui la Meloni trae forza e ispirazione per la sua politica, perché (Io) Giorgia è quella che si ritrova in quei versi. Ma non è il Canto degli italiani di Goffredo Mameli, bensì quello di Giorgio Almirante, da lui scritto come primo inno del neonato Movimento Sociale Italiano.
«Combatteremo sempre per i nostri valori, le nostre radici, le nostre tradizioni contro il processo di islamizzazione dell’Italia e dell’Europa. Non ci piegheremo mai a quel pensiero nichilista che vuole distruggere la nostra identità. Difenderemo Dio, la Patria e la famiglia»...
strillava nel 2019 la "signora" Meloni, per esaltare la folla tanto entusiasta quanto ignorante.
Ma di che Dio parla la Meloni? Quello preconciliare che negava le radici comuni del cristianesimo con islam ed ebraismo. Ma, come ha detto di recente il Papa, se non riconosci l'ecumenismo del Vaticano II non sei cattolico e neppure cristiano. E allora perché la Meloni pretende di voler rappresentare un Dio che teologicamente, spiritualmente e materialmente non conosce? Anche chi non crede in Dio, infatti, può comunque capire che nel Vangelo, parola di Dio, è scritto l'esatto opposto di ciò che la Meloni sostiene. E allora... di che Dio parla?
La Patria esiste ed è quella difesa dalla Costituzione, che riconosce i diritti dell'uomo. La Patria è quella che dà a tutti la possibilità di vivere con gli stessi diritti e le stesse opportunità. La Patria è quella guadagnata, costruita e difesa dai partigiani non quella di cui parla Almirante. Difendere la Patria significa riconoscere i diritti fondamentali a cui la Costituzione si ispira al numero più grande possibile di persone, qualunque sia il loro credo e il loro colore.
Lo stesso vale per la famiglia che la Costituzione riconosce come società naturale in base al bisogno delle persone di vivere insieme. Ma per la Meloni e quelli "come lei" la società naturale è una questione esclusiva di genere.
La mascherata del conservatorismo con cui la Meloni cerca maldestramente di nascondere le sue radici fasciste sta proprio in questo: non riconoscere agli altri il diritto di essere diversi.
Per i fascisti è indispensabile l'omologazione della società, in tal modo più facilmente controllabile, permettendo così il mantenimento del potere una volta conquistato.
Quella che la Meloni propone è una società in cui sono riconosciute ed hanno posto solo le persone che vivono secondo i parametri dettati dalla Meloni... le altre, ben che vada, sono solo sopportate e, in quanto diverse, potranno vivere sì, ma solo sottotraccia, senza che i loro diritti possano mai essere riconosciuti.
È questo che la "signora" Meloni non dice e che i giornalisti non le chiedono o che si guardano bene dal chiederle. Così la gente applaude, festosa e contenta, la "signora" che vuole rinominare vie e piazze d'Italia con il nome di Giorgio Almirante... il fascista Giorgio Almirante.
Ma la Meloni, per l'amor di Dio, non chiamatela fascista... altrimenti lei s'intristisce e Borgonovo e i suoi amici (o si devono chiamare camerati?) s'indignano.