Due le ricorrenze celebrate il 1 gennaio dalla Chiesa cattolica: Maria madre di Dio e la Giornata Mondiale della Pace. Di entrambi i tempi, naturalmente, si è occupato il Papa.
Della pace ha parlato all'Angelus, prima e dopo la preghiera:
"Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Pace iniziata da San Paolo VI nel 1968", ha detto Francesco. "La pace «è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso» (Messaggio per la LV Giornata Mondiale della Pace, 1). Dono dall’alto: va implorata da Gesù, perché da soli non siamo in grado di custodirla. Possiamo costruire veramente la pace solo se l’abbiamo nel cuore, solo se la riceviamo dal Principe della pace. Ma la pace è anche impegno nostro: chiede di fare il primo passo, domanda gesti concreti. Si edifica con l’attenzione agli ultimi, con la promozione della giustizia, con il coraggio del perdono, che spegne il fuoco dell’odio. E ha bisogno pure di uno sguardo positivo: che si guardi sempre – nella Chiesa come nella società – non al male che ci divide, ma al bene che può unirci! Non serve abbattersi e lamentarsi, ma rimboccarsi le maniche per costruire la pace. La Madre di Dio, Regina della pace, all’inizio di questo anno ottenga concordia ai nostri cuori e al mondo intero. ...Nel messaggio di quest’anno ho sottolineato che la pace si costruisce con il dialogo tra le generazioni, con l’educazione e con il lavoro. Senza questi tre elementi, mancano le fondamenta".
Di Maria madre di Dio, il Papa ha invece parlato nell'omelia della Messa celebrata in precedenza nella Basilica di San Pietro, spiegando come e perché la Chiesa sia da considerarsi madre:
"Lo sguardo materno è la via per rinascere e crescere. Le madri, le donne guardano il mondo non per sfruttarlo, ma perché abbia vita: guardando con il cuore, riescono a tenere insieme i sogni e la concretezza, evitando le derive del pragmatismo asettico e dell’astrattezza. E la Chiesa è madre, è madre così, la Chiesa è donna, è donna così. Per questo non possiamo trovare il posto della donna nella Chiesa senza rispecchiarla in questo cuore di donna-madre. Questo è il posto della donna nella Chiesa, il gran posto, dal quale derivano altri più concreti, più secondari. Ma la Chiesa è madre, la Chiesa è donna. E mentre le madri donano la vita e le donne custodiscono il mondo, diamoci da fare tutti per promuovere le madri e proteggere le donne. Quanta violenza c’è nei confronti delle donne! Basta! Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità, non da un angelo, non direttamente: da una donna. Come da una donna, la Chiesa donna, prende l’umanità dei figli".
Purtroppo, però, il ruolo della donna nella Chiesa, tanto importante simbolicamente, è solo marginale nella pratica... sia nell'amministrare il culto, sia nel considerare le problematiche che, fisicamente, non possono che riguardare unicamente la donna.
In tal senso, ad esempio, viene da pensare alla condanna dell'aborto senza se e senza ma da parte del Papa, anche di recente. Ma il Papa è un uomo e come tale è sicuro di poter conoscere le motivazioni, tutte, che spingono una donna ad abortire?
La Chiesa, per questo, potrà essere molto più madre di adesso quando effettivamente anche le donne potranno avere un ruolo per decidere se abortire sia peccato, sempre.
Crediti immagine: Sala stampa vaticana