Cultura burocratica e dirigenza pubblica, due ostacoli alla semplificazione della PA
Quando si propongono cambiamenti organizzativi nella Pubblica Amministrazione sorgono sempre ostacoli interni dovuti a caratteristiche interne del mondo burocratico. Per impostare iniziative di innovazione e semplificazione è necessario conoscere e prevenire questi ostacoli.
Uno degli scogli più difficili da superare è rappresentato dalla cosiddetta cultura burocratica che determina una vera e propria forma mentale nei funzionari pubblici. Si tratta di un conservatorismo inconscio che mette sempre in primo piano la conformità alle procedure e al formalismo a scapito della capacità di raggiungere obiettivi e risolvere problemi.
L'obiettivo primo dei funzionari dovrebbe cambiare e concentrarsi sull'efficienza delle procedure e l'efficacia degli atti, questo permetterebbe alla Pubblica Amministrazione di divenire fattore di sviluppo e sostegno per la società. Altro fattore con cui il cambiamento deve sempre fare i conti è il ruolo della dirigenza pubblica.
Il cambiamento non può fare a meno del sostegno dei vertici, solo essi hanno l'autorità e l'autorevolezza necessarie ad approvare le innovazione e farle accettare dai collaboratori. La dirigenza deve imparare a scegliere obiettivi di comune utilità e guidare al loro raggiungimento.
La modalità di valutazione di capacità e merito dei dirigenti deve cambiare, non possono più essere tutti promossi. I meccanismi attuali di selezione e ricambio della dirigenza non funzionano, garantiscono l'inamovibilità di pochi a scapito delle figure più giovani e preparate.