Due parole sui bambini
Gli episodi di cronaca che vedono protagonisti i bambini, ovvero la violenza contro di essi, sono ormai così frequenti che vi si bada sempre meno.
Non ne redigeremo un elenco, non scaveremo nella morbosità già abbastanza diffusa, benché tentati di rinfrescarci la memoria in modo da vigilare di più su quello che ci circonda. Non ritorneremo su Cogne o Lorys, i plastici, e le tante vicende divenute gineprai inestricabili anche a causa di eventi sovrapposti, motivazioni dei protagonisti, giochi giuridici, giornalistici, avvocatizi e peritali.
Se da tempo la massa mostra una certa noncuranza verso i figli sfortunati del pianeta, quelli che muoiono di fame o guerra o malattie non curate, di converso dobbiamo fronteggiare, a casa nostra, i maltrattamenti e gli abusi su bimbi come quelli occidentali, che tutto avrebbero per vivere con una relativa serenità.
A volte la situazione familiare non è stabile (come tante altre, invero, ma non necessariamente), si invoca l'intervento dei servizi sociali, ma quando esso c’è, d’altro canto, lo si critica sistematicamente.
Il diritto di nascere è argomento scottante, che lasciamo alle idee di ognuno, ma anche quello di vivere degnamente dovrebbe essere preso in considerazione; e vivere, per un bimbo, significa essere amato.