Gli uomini di Destra sono i conservatori radicali. Ma non conservano agi, privilegi o ricchezze, sebbene la memoria del passato. Spero che ciò sia risultato evidente dal tentativo di recupero, in funzione attualizzante, del pensiero romano e del valore del Tricolore italiano, cose che io considero strettamente connesse. L'Italia è un Paese che è ed è stato spesso disprezzato, anche da molti italiani. Ma a torto. Esso è una miniera inesauribile di arte e di cultura. E' vero che politicamente non è mai riuscito ad esprimere una classe dirigente di un qualche rilievo internazionale, ed oggi meno che mai.
La "Destra" al Governo è criticabile da molti punti di vista, in primo luogo per il supina acquiescenza nei confronti degli Stati Uniti e per la politica economica che, peraltro, è ormai imposta dall'Unione Europea, con la sua astratta ed anti-popolare fissazione del pareggio di bilancio. Ritornando alla Destra (quella senza virgolette), abbiamo detto che è conservatrice. La continua ricerca dei valori nazionali e l'ossessione identitaria, sia a livello individuale sia a livello collettivo, la rende effettivamente tale. Ma se è conservatrice, non per questo è reazionaria.
E' vero che non ama le novità, ma, avendo buon senso, si adatta anche a queste, a patto che non minino l'integrità culturale, sociale e politica del Paese. L'Italia è un Paese estremamente complesso. Naturalmente tutti i Paesi hanno la loro complessità storico-culturale. Pensiamo solamente alla Gran Bretagna, denominazione, questa, puramente geografica, mentre Regno Unito è quella politica. Esso è il risultato dell'incontro e della stratificazione di più culture, da quella romana, a quelle normanna e sassone. Vi si parlano anche lingue celtiche come nel Galles e in Irlanda.
Nel complesso, il Regno Unito è un incrocio di popoli, tra cui spicca quello Inglese, particolarmente compatto. Ma l'Italia, per la sua posizione centrale nel mondo, è il luogo dove si incontrano e si neutralizzano le energie provenienti dai quattro punti cardinali. Questa eccentricità geografica si è tradotta nel passato in pesanti intromissioni di potenze straniere; dalla Francia, alla Spagna, all'Impero Asburgico, mentre da sud e da est è rilevante la pressione dei popoli musulmani. Anche più della Gran Bretagna, l'Italia è un mosaico di popoli: Celti, Germani, italici, Normanni, Etruschi, Greci, Albanesi ed Arabi, hanno nel tempo plasmato la compagine culturale di questo Paese. In Sardegna si parla anche il catalano, mentre il ladino è localizzato nell'area dolomitica. D
iverso è il discorso da fare sugli Altoatesini di lingua tedesca: essi si stabilirono in Alto-Adige nell'alto Medioevo, provenienti dalla Baviera. In origine, in Alto-Adige, si parlava una lingua reto-romanza, cioè neolatina: aveva dunque ragione il geografo e politico Cesare Battisti quando parlava di italianità di questa terra. Oggi si è creato un clima più favorevole ad una convivenza pacifica e rispettosa delle diversità, grazie alla politica democratica del Governo italiano.
La Destra è contro l'immigrazione, specie se clandestina, non per volgare razzismo o egoismo, ma per il preminente interesse dell'ordine pubblico. Ancora, la posizione centrale che ha l'Italia nel Mediterraneo fa gola agli Stati Uniti, che l'hanno disseminata di basi militari: si tratta di una vera e propria occupazione, che ha il suo fondamento giuridico nell'armistizio di Cassibile del 1943, pieno di clausole vessatorie nei confronti dell'allora Regno d'Italia. Dopo un settantennio dalla fine del II conflitto mondiale, sarebbe ora di rinegoziare l'adesione dell'Italia alla NATO a condizioni più blande. Ma vorrei concludere con una riaffermazione della vocazione neutrale dell'Italia: né con l'Occidente, né con l'Oriente.