Lo stop annunciato da Biden all'invio di armi offensive a Israele potrebbe aver convinto Netanyahu ad accettare una tregua a Gaza
Intervistato da Erin Burnett per CNN, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha finalmente ammesso, seppur indirettamente, di aver finora aiutato Israele nel commettere un genocidio a Gaza.
“Civilians have been killed in Gaza as a consequence of those bombs and other ways in which they go after population centers...”
Le bombe di cui parla Biden sono le Mark 84 da una tonnellata fabbricate da General Dynamics, che hanno raso al suolo il nord e il centro della Striscia di Gaza... e parte del sud, uccidendo (compresi i dispersi) oltre 40mila persone, per due terzi donne e bambini. 80mila il numero di quelle ferite.
Biden, o chi per lui, si è accorto che se anche gli Stati Uniti non riconoscono lo Statuto di Roma, vi è però una legge promossa dal Congresso che obbliga un'amministrazione a non spedire armi di cui si è consapevoli che saranno utilizzate sui civili.
Così, ieri in televisione, il presidente ha detto che l'invio di nuove armi offensive allo Stato ebraico è condizionato all'invasione di Rafah. Washington invierà le munizioni che servono allo scudo aereo di Israele, l'Iron Dome, ma di bombe per radere al suolo infrastrutture di qualsiasi tipo con il rischio che possano essere utilizzate in un'area dove sono ammassate oltre 1 milione di persone... non se ne parla.
La notizia non è in realtà una notizia, perché già era nota almeno dalla scorsa settimana. La novità sta nel fatto che è stata ufficializzata dallo stesso Biden non con un comunicato della Casa Bianca, ma con una intervista tv... per darle ulteriore forza.
Per Netanyahu è stato sicuramente un cazzotto allo stomaco, forse addirittura inatteso, viste anche le dichiarazioni di qualche ora prima del portavoce dell'esercito israeliano, che facevano quasi intendere che la questione poteva anche essersi risolta.
La mossa di Biden, oltre che per cercare di sminuire la complicità nel genocidio messo in atto da Israele, sembra anche essere una leva per costringere Israele ad arrivare ad un accordo per il cessate il fuoco.
Infatti, sembra che il governo Netanyahu abbia fatto dei passi avanti per arrivare ad un accordo. Il punto dirimente, rappresentato da un cessate il fuoco permanente proposto dall'Egitto e accettato da Hamas, potrebbe esser stato superato con una nuova formulazione in cui l'attributo permanente venga sostituito con l'attributo sostenibile, durante i vari passaggi relativi della prima fase del cessate il fuoco. Naturalmente, l'attributo sostenibile è soggetto a interpretazioni di parte e dovrà essere accettato da Hamas, ma la strada su cui in queste ore "tutte" la parti interessate stanno dibattendo sembra essere quella buona.
L'ultima considerazione conseguente alla decisione di Biden, è legata al fatto che se gli Stati Uniti e l'occidente avessero da tempo minacciato e/o imposto sanzioni ad Israele per la sua politica di apartheid, le tensioni in Medio Oriente e l'attuale conflitto sarebbero consultabili solo sui libri di storia e non sulle pagine dei quotidiani.