Cronaca

Covid all'11 giugno: dati stabili, ma per Speranza l'epidemia non è finita

379 i nuovi casi Covid registrati l'11 giugno, con il totale delle persone che hanno contratto il virus che arriva così a 236.142.

Il totale dei positivi è di 30.637, con una decrescita di 1.073 assistiti rispetto al dato precedente.

Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 17.340 in Lombardia, 3.183 in Piemonte, 2.000 in Emilia-Romagna, 922 in Veneto, 521 in Toscana, 250 in Liguria, 2.517 nel Lazio, 902 nelle Marche, 610 in Campania, 467 in Puglia, 71 nella Provincia autonoma di Trento, 849 in Sicilia, 112 in Friuli Venezia Giulia, 539 in Abruzzo, 99 nella Provincia autonoma di Bolzano, 26 in Umbria, 43 in Sardegna, 6 in Valle d'Aosta, 52 in Calabria, 116 in Molise e 12 in Basilicata.

Degli attualmente positivi, 236 sono in terapia intensiva, 13 pazienti in meno rispetto a ieri. 4.131 sono ricoverati con sintomi, con un decremento di 189 sempre rispetto a ieri e 26.270 sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
 
Il numero complessivo di dimessi e guariti sale invece a 171.338, con un incremento di 1.399 rispetto a mercoledì.

Oggi sono 53 i nuovi deceduti e portano il totale a 34.167.


Di seguito le dichiarazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza, rilasciate alla Camera prima del voto sulla risoluzione presentata dalla maggioranza contenente gli impegni che si dovrà assumere il governo nel prossimo Dpcm sulla riapertura post-coronavirus. 

“Dare massima priorità al lavoro preparatorio in vista della riapertura delle scuole a settembre che dovrà avvenire in piena sicurezza. Mi pare che su un tema così delicato il Parlamento non debba dividersi. Per queste ragioni vorrei vincolare il mio parere positivo come governo alla risoluzione [della maggioranza], all'aggiunta di un terzo impegno per il governo: a dare massima priorità al lavoro preparatorio in vista della riapertura delle scuole a settembre che dovrà avvenire in piena sicurezza. Mi sembra con questo atto di assumere un orientamento unanime emerso durante la discussione e così anche di provare a valorizzare questa discussione, che non è stata formale ma è stata un utile passaggio rispetto alle scelte che dovremo assumere”.“L'epidemia non è finita, [ed è necessaria] una convinta e responsabile prudenza: siamo sulla strada giusta ma il nemico non è vinto. Non bisogna abbassare la guardia. Serve una limpida dialettica tra maggioranza ed opposizione, tra forze che a diversi livelli istituzionali hanno, nella gestione della sanità, rilevanti e concorrenti responsabilità di governo, così come definito dall'articolo 117 della nostra Costituzione. Per me la collaborazione non è una scelta ma un vero e proprio obbligo istituzionale”. “Non voglio far cadere nel nulla un dibattito parlamentare che è stato utile e denso di spunti. Molte delle indicazioni, arrivate in particolare dai gruppi di opposizione, potranno essere utili in una discussione che, mi auguro, questo Parlamento vorrà fare sulla riforma del Servizio sanitario nazionale, su come guarda ad una fase post Covid e prova ad assumere la lezione di questi mesi drammatici”.“Nei prossimi mesi dovremo avere il coraggio di investire come mai prima e di riformare con visione e lucidità. Abbiamo iniziato a farlo con il decreto rilancio, che ha stanziato 3 miliardi 250 milioni di euro, una cifra senza precedenti che consentirà di immettere nuova linfa nella sanità pubblica del nostro Paese”. “[In 5 mesi abbiamo] investito più risorse degli ultimi 5 anni. Ma per me è solo l'inizio. Serviranno molte altre risorse, provenienti da tutti i livelli. È indispensabile subito intervenire per recuperare a pieno regime le attività ordinarie sospese negli ultimi mesi, in cui la lotta al Covid 19 ha impegnato larghissima parte delle energie del Servizio sanitario nazionale e non ha consentito il regolare svolgimento di tutte le altre prestazioni che ora non sono più rinviabili”.

Autore Rino Mauri
Categoria Cronaca
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