Ad Ischia, magnitudo del terremoto e danni causati non corrispondono alle casistiche che gli stessi sismologi hanno redatto. Quindi, la logica del due più due ha fatto sì che i danni provocati dal terremoto fossero da attribuire non in maniera condivisa tra opera della natura e opera dell'uomo, ma dovessero invece essere attribuiti soprattutto a quest'ultima voce.

Le successive precisazioni da parte degli esperti hanno però, almeno in parte, mitigato questo giudizio. Che ad Ischia e, soprattutto a Casamicciola, il terremoto sia di casa è un fatto. "Il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15 (Rovida et al., 2016) - come ricorda il Centro Nazionale Terremoti - contiene i parametri epicentrali di 12 terremoti localizzati nell’isola o a mare negli immediati dintorni, con magnitudo Mw compresa tra poco meno di 3.0 e poco superiori a 4.0. Il più antico di questi terremoti avvenne il 2 novembre 1275, il più recente risale al 23 aprile 1980."

Di questi terremoti, il più devastante fu quello del 28 luglio 1883 che causò più di 2000 vittime a causa del fatto che avvenne nel pieno della stagione turistica, quando gli alberghi erano affollati. Non a caso, la stampa dell’epoca lo ribattezzò come "il terremoto dei ricchi”. Un evento, quello del 1883, rimasto nell'immaginario della gente per molti anni come simbolo di devastazione e tragedia, tanto che in "Natale in casa Cupiello" Eduardo De Filippo mentre entrava in scena, trovando il Presepe distrutto, recitava: «... cà pare Casamicciola.»

La sismicità dell'isola d’Ischia, la più grande delle Isole Partenopee che chiude a ovest il Golfo di Napoli, è storica e ben conosciuta. La sua particolarità è dovuta al fatto che l’isola fa parte della regione vulcanica flegrea, che i suoi terremoti sono geologicamente legati all'area e che per tale motivo sono molto superficiali.

A questo è da aggiungere la fragilità del suolo, come testimonia la frequenza delle frane: "la più antica ben documentata storicamente risale alla seconda metà del Duecento, la più recente è avvenuta il 10 novembre 2009 quando un costone del monte Epomeo si è staccato a causa di abbondanti piogge causando una frana che ha raggiunto il porto di Casamicciola, causando una vittima e numerosi feriti."

Quindi, queste precisazioni fornite dagli esperti, spiegano in parte l'enormità dei danni causati dalla piccola scossa sismica. Ma, come sopra già ricordato, questo non spiega del tutto il disastro di due giorni fa. Infatti, oltre agli ipocentri molto superficiali e alla geologia dell’isola, non bisogna dimenticare che il patrimonio edilizio dell'isola, specie quello antico, è stato realizzato con materiali di risulta, mentre molte delle case più recenti sono state costruite senza seguire le indicazioni di un piano regolatore.

Pertanto l'abusivismo edilizio ha portato anche ad un'altissima densità abitativa (1.383 abitanti per km², mentre in Italia la media è di 200 abitanti), che va ad aumentare, gioco forza, le probabilità che un evento sismico causi danni a cose e persone molto più di quanto accadrebbe in una situazione "normale".

Nel frattempo, la regione Campania guidata dal presidente del PD De Luca ha licenziato una norma per mettere in atto "misure alternative agli abbattimenti", in pratica un modo per evitare la demolizione dei 67 mila edifici da abbattere. Elettoralmente parlando, un bacino di voti e preferenze molto grande. Qualche settimana fa, però, il governo Gentiloni ha deciso, per fortuna, di bloccare tale norma.