«Andiamo avanti, con determinazione e fiducia, sulla strada della crescita e dello sviluppo sociale». Così il premier Conte ha riassunto l'esito del Consiglio dei Ministri n.56 che, in base alle ricostruzioni dirette e indirette dei protagonisti, ha ulteriormente allargato la frattura in atto da tempo nel Governo.

L'ennesima (ri)approvazione del decreto crescita dovrebbe favorire per piccole e medie imprese l'accesso a numerose forme di finanziamento e "ridurre in modo significativo il carico fiscale che grava sulle loro spalle", migliorare l'ambiente con il "potenziamento del bonus per la riqualificazione energetica degli edifici e gli incentivi all'economia circolare", rilanciare il settore dell'edilizia, permettere all'Ilva di riprendere la propria attività con la nuova gestione.

Inoltre, nel decreto sono state definite le modalità con cui il Mef potrà entrare nel capitale dell'ennesima nuova società (per la cui composizione deve essere ancora assegnato il 40% delle quote che finora nessuno ha manifestato l'intenzione di sottoscrivere) che gestirà Alitalia, la cui fase commissariale dovrebbe scadere il prossimo 30 aprile, e l'estensione a 200mila euro come tetto massimo per il rimborso dei risparmiatori truffati dalle banche.

E, oltre alla norma che prevede il "rientro dei cervelli dall'estero", il presidente del Consiglio Conte ha dichiarato che nel decreto è stato definito un "percorso normativo a sostegno dei Comuni, a partire da Roma, in difficoltà finanziaria, sul quale il Parlamento potrà intervenire ancora in sede di conversione".

Il cosiddetto Salva Roma, su cui Salvini e Di Maio si sono presi a pesci in faccia fino alle scorse ore, è stato approvato... a metà. Lega e 5 Stelle hanno detto di essere soddisfattissimi per l'esito di quanto ottenuto. Matteo Salvini perché in questo modo "i debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani, ma restano in carico al sindaco. Stralciati i commi 2,3,4,5,6 della norma salva Raggi".

Sull'altro fronte, i grillini fanno festa perché del "Salva Roma" sono stati approvati i commi 1 e 7, mentre sugli altri deciderà il Parlamento: "È un punto di partenza, siamo sicuri che il Parlamento saprà migliorare ancora di più un provvedimento che, a costo zero, fa risparmiare soldi non solo ai romani ma a tutti gli italiani".


Dopo i fatti, un riassunto di come i 5 Stelle descrivono la norma approvata a metà ieri sera e quali siano i rapporti con l'alleato Lega.

"Nel 2008, il governo Berlusconi ha varato il cosiddetto Salva-Roma. Cioè ha avviato una gestione commissariale che prevede, ogni anno, la spesa di 500 milioni di euro l'anno di soldi pubblici. Per intenderci: ogni anno gli italiani pagano un pezzo del debito di Roma grazie alla legge fatta dal governo di centrodestra.

Ora, quello che vogliamo fare noi, è molto semplice: rinegoziare gli interessi del debito con le banche, in modo da risparmiare circa 2,5 miliardi di euro.

1) La misura non è affatto ‘Salva Roma'. Casomai potrebbe essere chiamata ‘Taglia Banche' perché taglia gli interessi bancari sui mutui per il debito pregresso. 2,5 miliardi di euro attualmente pagati da tutti gli italiani.

2) Se c'è qualcuno che ci rimette sono solo le banche. Chi ci guadagna sono invece tutti i contribuenti italiani.

3) Da quando il MoVimento è in Campidoglio con Virginia Raggi, il Comune di Roma non fa più debiti. La sindaca ha chiuso tre bilanci senza fare debiti e mantenendo i conti in ordine. Nessuno lo aveva fatto prima.

4) L'unico vero ‘Salva-Roma' lo ha fatto nel 2008 il governo Lega-Berlusconi, con Alemanno sindaco. L'allora giovane deputato Matteo Salvini votò a favore.

5) Ovviamente i Comuni italiani non subiscono alcun danno da questa misura perché lo Stato non spende un euro in più, sono solo le banche a rimetterci."


È un fatto che la migliore difesa sia l'attacco, almeno in politica. Così il Salva Roma è diventato per Salvini la coperta per oscurare l'imbarazzo ed evitare che finisca nel dimenticatoio il caso di Armando Siri, colui che, tra l'altro, si occupa della Scuola di Alta formazione politica della Lega, ma che di fatto farebbe affari privati (indirettamente aiutando la mafia), approfittando di un incarico pubblico.

Ma se Salvini cerca di nascondere il problema con il Salva Roma ed altre "amenità" care al suo repertorio, ci ha pensato Grillo con una lettera al Fatto Quotidiano a ricordare le differenze (e l'inconciliabilità) che dividono il ministro dell'Interno dall'etica grillina.

"Salvini con un mitra in mano è uno sviluppo di Salvini vestito da poliziotto o altra forza armata. Nulla quindi di nuovo cuoce in pentola. In particolare: se teniamo conto del fatto che la foto è un'iniziativa del garzone mediatico, qualcosa resta da dire, e non di scarso momento. Il garzone social-mediatico sa che il suo soggetto vive un forte senso di inadeguatezza: uno che diventa ministro dell'Interno in Italia – regno della criminalità organizzata – ma parla solo di immigrati, ovviamente ha paura delle vere sfide che il ruolo gli porta a competenza.

In questo particolare aspetto ha dalla sua quasi tutto il popolo italiano, abituato a fingere di non sapere che Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta esistono anche se il ministro dell'Interno non ne parla. Il Paese convive con questi fenomeni da moltissimo tempo e non vuole fare l'eroe, ma neppure ci tiene a essere rappresentato come codardo.

Probabilmente l'assistente mediatico in questione è l'unico a ricordarsi che il Matteo è ministro, in particolare dell'Interno, e coglie appena può l'occasione per appendere un paio di attributi finti al Carroccio, in linea con moltissima parte del popolo italiano: non vedere ma ostentare, non sapere ma parlare”.


E per capire quanto ormai sia diventata surreale, se non addirittura grottesca, l'alleanza di governo tra Lega e 5 Stelle, ci viene in aiuto la dichiarazione odierna, rilasciata in una intervista radiofonica, del ministro Toninelli, uno che dell'assurdo e del grottesco sembra aver fatto uno stile di vita.

"Il mio punto di vista generale è che stiamo lavorando, discutendo anche animatamente, per approvare un qualcosa che ci ha legati nonostante la diversità evidente tra Movimento Cinque Stelle e Lega che si chiama Contratto di Governo, questo è andato in scena anche ieri nel Consiglio dei Ministri. Io e il Movimento Cinque Stelle siamo molto soddisfatti che all'interno del Decreto Crescita, tra le tante misure che aiutano le imprese e rilanciano l'economia, ci sia anche il Salva Italia, alla faccia di chi dice Salva Roma".