Già da tanti anni si sta facendo un passo dopo l’altro. Così monsignor Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen, ordinario Militare per la Repubblica Federale di Germania, al briefing stampa sul Sinodo, rispondendo a una domanda sulla percorribilità di ordinare uomini sposati. Il vescovo ha riportato l’esperienza della sua realtà diocesana, “una realtà molto severa”, ha detto che ha a che fare con la crisi delle vocazioni.

“Non abbiamo seminaristi. In questi anni ho seppellito quasi 300 sacerdoti e ne ho ordinati solo 15. Questa è la nostra realtà nostra”. E’ anche una domanda spirituale, teologica. “La questione è non solo come salvare la vita sacramentale della Chiesa, ma come viverla”. Anche sul diaconato femminile, Overbeck ha precisato “arriverà il tempo per una donna diacono permanente. L’importante però è la vocazione”.

Per i preti sposati italiani del Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati, fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone,  le dichiarazioni del Vescovo di Essen sono allarmanti e invitano i vertici vaticani  a prendere in mano il tema dei preti sposati nella chiesa. I preti sposati sono una grande risorsa nella Chiesa e basterebbe riammetterli al sacerdozio con un cambio delle leggi della Chiesa per avere una risorsa in più per superare la crisi dei preti.


Di seguito anche l'articolo dell'agenzia Sir:

“Le risposte nel terzo millennio, davanti a queste questioni, sono altre rispetto al secondo millennio”. Così mons. Franz Josef Overbeck, vescovo di Essen, ha risposto alle domande dei giornalisti – durante il briefing odierno in sala stampa vaticana – su una possibile apertura del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, in corso in Aula Paolo VI fino al 29 ottobre, in merito alla questione dei preti sposati. “Adesso viviamo una realtà molto severa”, ha detto il vescovo riguardo alla situazione della Chiesa in Germania: “Quasi non abbiamo più seminaristi: in questi anni ho seppellito quasi 300 sacerdoti e ne ho ordinati solo 15. Qui al Sinodo siamo insieme con tutte le Chiese orientali e ortodosse, dove si vede che anche il sacerdozio con i preti uniti in matrimonio è normale. Oggi per noi è molto dura, Vediamo cosa accadrà, un passo dopo l’altro’. È una domanda anche teologica: dobbiamo chiederci non solo come salvare, ma anche come vivere la dimensione sacramentale della Chiesa. Ci troviamo di fronte ad una nuova tappa della vita della Chiesa nel terzo millennio: le risposte per me sono chiare, e sono altre rispetto a quelle del secondo millennio”. Overbeck, riferendo sul Sinodo della Chiesa tedesca, che vedrà un’altra tappa nelle prossime settimane, ha insistito sulla diversità del contesto germanico rispetto a quello romano: “La nostra è una società post-secolare: molta gente non ha alcuna idea della trascendenza, né di cosa significhi nella vita quotidiana di un cristiano, di un protestante o di un appartenente ad altre religioni. E questo cambia tutto il quadro. Nel nostro cammino sinodale, ad esempio, ci sono state grandi domande su come integrare le donne nella Chiesa cattolica. La Germania è un Paese con il 30% di protestanti, in cui metà pastori sono donne”.

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