Riporto di seguito una parte di una riflessione di Corradino Mineo sulla vicenda Guidi e sulle sue conseguenze politiche.

Perché la Guidi s’è dimessa? Semplice, perché lo sguardo intrusivo di un giudice ha scrutato nella sua alcova. E lei, innamorata, è stata colta in fallo, mentre passava informazioni riservate al fidanzato indagato e dunque intercettato. Boh, se è per questo, direi nemmeno “riservate”: le avrebbe potuto avere qualsivoglia cronista parlamentare che avesse fatto con scrupolo il suo mestiere.

Tutto qui. Non c’entra nulla la contiguità tra governo e petrolieri? Quella contiguità che ha spinto l’esecutivo a fissare il referendum no-Triv in una data lontana dalle amministrative e che ha spinto i vice segretari Pd a spendersi per l’astensione.

Non c’entrano le pressioni indebite – potremmo dire ricatti – che il governo esercita sulla maggioranza parlamentare?

I senatori provarono a togliere il codicillo pro-Total, ma il comitato d’affari di palazzo Chigi li smentì subito in nome della governabilità. Non c’entra che la riforma, Boschi, del Senato serva proprio a questo, a togliere alle regioni ogni potere sulle scelte energetiche, come ha dimostrato Michele Ainis?

Non c’entra il modo spregiudicato con cui questi quarantenni, professionisti della politica e abili negli affari, gestiscono il potere?

Senza rispetto per le istituzioni, governando a colpi di fiducia, fiducia che ottengono alla Camera grazie al premio di maggioranza previsto da una legge incostituzionale (il Porcellum) e al Senato, grazie alle truppe mercenarie riunite intorno al nazareno Denis Verdini? [...]

Renzi [...] dovrà sudare sette camicie per mettere Maria Elena Boschi al riparo dalle dimissioni, dopo che il padre è finito sotto inchiesta per Banca Etruria e lei è stata scoperta solerte e sodale con le mani in pasta nel conflitto d’interesse della “collega” Guidi. Ma Boschi non può mollare, perché porta il suo nome la riforma su cui Renzi si gioca il futuro politico, con il referendum che si terrà ad ottobre. Inchiodati alla croce per nessun’altra colpa se non quella di credere che il neo liberismo sia l’ideologia del futuro. Che svalutando il lavoro, “semplificando” i controlli di legalità, smantellando il welfare, la ripresa verrà più forte che pria.

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