Marche, aborto, Fdi, Ferragni e Meloni... ecco il filo che li lega
"Secondo il Guardian, la leadership conservatrice di Fratelli d’Italia sta rendendo l’accesso all’aborto sempre più difficile in diverse regioni italiane, soprattutto nelle Marche, che da settembre 2020 sono sotto la sua guida. L’applicazione della legge 194 è precaria in tutta Italia, con 7 medici su 10 obiettori di coscienza, ma nelle Marche, nello specifico, si arriva a una percentuale del 71% di medici o personale obiettore.Proprio per questo, nella regione, definita un “laboratorio” per le politiche del partito, la situazione è allarmante. Molte donne, non riuscendo a esercitare il proprio diritto in strutture dove non sono presenti medici o personale sanitario non obiettori, sono costrette a rivolgersi ad associazioni come l’AIED, associazione italiana per l’educazione demografica, che le supportano mettendole in contatto con ginecologi presenti in altre regioni italiane. La procedura, pur dovendo essere garantita dallo Stato, arriva così a costare centinaia di euro, anche solo per gli spostamenti.Dal 2020, il consiglio regionale marchigiano ha deciso di non applicare una misura del ministero della Salute che permetteva anche alle cliniche di fornire la pillola abortiva. Inoltre, mentre a livello nazionale l’aborto è possibile entro nove settimane, nelle Marche il limite è di solo di sette, tenendo presente che in seguito all’ottenimento di un certificato medico che autorizza la procedura, ogni donna deve attendere una settimana per “riflettere” sulla sua scelta. Tempi che rischiano di rendere vana la procedura nel caso una donna scoprisse tardi di essere incinta. Come se non bastasse il consiglio regionale ha consentito agli attivisti anti-aborto di prestare servizio nelle cliniche di consulenza familiare.La stessa Giorgia Meloni, leader del partito, ha definito l’aborto come una “sconfitta”, anche se di recente ha affermato che l’abolizione della legge del 1978 non è nella sua agenda. Resta da chiedersi quanto sia sottile la differenza tra abolire un diritto e rendere praticamente impossibile la sua applicazione".
Quanto sopra ripreso e riportato fedelmente è ciò che ha scritto il "magazine" The Vision in una "storia" su Instagram. Non so che cosa il Guardian abbia scritto, ma è certo che chi ha ripreso l'articolo ha qualche problema nel far di conto... ma, a parte questo, il contenuto rimane e di per sé sarebbe meritevole di esser diffuso.
Però la sua "notorietà" è dovuta esclusivamente al fatto che la signora Chiara Ferragni, adesso impegnata a pubblicizzare prodotti in quel di Ibiza, ha ritenuto la storia degna di essere rilanciata dal suo profilo, consentendo così di far conoscere ai suoi "seguaci" una delle tante perle della moderatissima e democraticissima Giorgia Meloni, che ancora non ha capito che la democrazia esiste solo se si lascia alle persone la libertà di scegliere della loro vita nel rispetto della legge e non di imporre agli altri solo ciò che piace a Fratelli d'Italia.
Una nota di colore. In altre occasioni la presidente Meloni aveva pensato bene di riprendere all'istante le indirette reprimenda di Chiara Ferragni al sindaco Sala in relazione al fatto che a Milano oramai la criminalità fosse fuori controllo (salvo poi fare dietrofront), stavolta invece alla Meloni la presa di posizione della Ferragni non sembra interessare e questa notizia non la troverete sui suoi profili social.