A pochi giorni dal voto, la premier indicata da Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha pensato fosse un'ottima trovata promozionale, dal punto di vista elettorale, andare a Budapest e farsi ricevere dal premier ungherese Viktor Orbán.
Per capire chi sia Viktor Orbán, è utile riprendere una citazione dal Financial Times pubblicata anche su Wikipedia: "Il partito di cui Orbán è leader, Fidesz-Unione civica ungherese, ha riottenuto la vittoria nelle elezioni politiche dell'aprile 2014, riscuotendo la maggioranza relativa dei consensi.
Durante questo governo le posizioni politiche di Orbán si sono ulteriormente inasprite. Egli è giunto a sostenere di essere sul punto di mettere in discussione la forma di democrazia liberale occidentale, dichiarando la volontà di liberarsi dai dogmi e dall'ideologia occidentale europea."
Sempre da Wikipedia: "Nel 2011 il suo governo, forte della maggioranza politica dei due terzi, introdusse profonde modifiche alla Costituzione ungherese, riducendo i seggi dell'Assemblea nazionale da 386 a 199, consolidando così ulteriormente la propria maggioranza.
La nuova costituzione, entrata in vigore il 1 gennaio 2012, ha introdotto elementi di conservatorismo, sottolineando l'importanza della centralità della famiglia, della tradizione e della religione cattolica. Il nome del paese fu mutato inoltre da Repubblica d'Ungheria a Ungheria".
Nonostante questo biglietto da visita, Giorgia Meloni è andata in Ungheria riempiendo la propria pagina facebook con "appunti di viaggio" da cui trapela la sua estrema soddisfazione per quello che stava facendo: «Ora a colloquio con Viktor Orban. In Europa senza sudditanze. Fermare l'immigrazione clandestina. Combattere Soros e la finanza speculativa. I patrioti sanno come fare.»
Così è stato riassunto, in una battuta, l'esito dell'incontro: «Abbiamo parlato insieme di Lotta all’immigrazione incontrollata, difesa delle radici cristiane dell’Europa, revisione dei trattati europei per dare più sovranità agli Stati, politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità», annunciando anche di voler intensificare nei prossimi mesi, in caso di vittoria alle elezioni, i rapporti con l'Ungheria e con i paesi che formano il gruppo di Visegrad: Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia!
Giorgia Meloni ha anche risposto preventivamente alle critiche che ha immaginato che le sarebbero piovute addosso dopo questa visita: «Adesso, ovviamente, tutti diranno vergogna la Meloni che va da Orban che alza i muri, ma io penso che Orban abbia fatto bene a difendere i confini della sua nazione che è esattamente quello che noi vogliamo fare al governo della nostra: difendere i confini dell’Italia.
Penso che Orban faccia bene a difendere l’identità cristiana ungherese europea che è quello che vogliamo fare anche noi. Penso che Orban faccia benissimo a non pensare di poter risolvere il problema della denatalità facendo entrare gli immigrati, ma aiutando le famiglie a fare i figli che è quello che faremo anche noi al governo della nazione.
E se alle varie Emma Bonino, Soros, esponenti del Pd italiano, Boldrini non gli sta bene è un peccato, perché è quello che anche noi faremo anche noi faremo al governo dell’Italia.»
Come conclusione, a questo punto, è utile riassumere la "situazione" attuale della coalizione di centrodestra che si candida alla guida del Paese. Da una parte c'è Berlusconi (Forza Italia) che va in Europa ed incontra il PPE per garantire che nulla cambierà nei rapporti con l'Unione dopo il voto, in caso di vittoria del centrodestra. Dall'altra ci sono Salvini (Lega) che candida due economisti anti euro che vogliono tornare alla lira e Meloni (Fratelli d'Italia) che è andata a celebrare un personaggio come Orbán che definire protofascista non è certo al di fuori della realtà.
Se a questo si aggiungono poi le contraddizioni su flat tax, di cui non sono stati spiegati termini e modalità di applicazione, legge Fornero, Jobs Act, pensioni e... candidato premier (ad oggi nessuno sa quale potrà essere il candidato del centrodestra, considerando anche i veti di Berlusconi sui suoi alleati), si può comprendere quale sia la qualità della coalizione di centrodestra e la considerazione per i suoi elettori che, comunque, saranno soddisfattissimi di poter votare dei partiti che, in ogni caso, si oppongono ai negri, e che sono rappresentati da candidati che dicono anche di essere anti antifascisti!