Esteri

Ancora una telefonata a Putin, stavolta di Scholz e Macron

Putin, sabato mattina, ha avuto un colloquio telefonico durato 80 minuti con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Che cosa ha detto Putin ai leader di Francia e Germania?

Che rifornire di armi l'Ucraina è "pericoloso", avvertendoli "dei rischi di un'ulteriore destabilizzazione della situazione e dell'aggravamento della crisi umanitaria".

In ogni caso, il presidente russo ha detto anche di essere pronto a cercare delle soluzioni per far partire il grano bloccato nei porti ucraini che si affacciano sul Mar Nero, aggiungendo però che anche "un aumento della fornitura di fertilizzanti e prodotti agricoli russi aiuterebbe a ridurre le tensioni sul mercato alimentare globale", cosa che, ovviamente, richiederebbe la rimozione delle relative sanzioni imposte dall'occidente.

Inoltre, Putin, secondo quanto riporta il Cremlino, avrebbe dato la sua disponibilità alla ripresa dei  colloqui che sarebbero stati congelati solo per colpa di Kiev.

Sia Scholz che Macron, da parte loro, hanno sostenuto la necessità di un cessate il fuoco immediato ed il ritiro delle truppe russe, secondo la ricostruzione della telefonata che ne fa la cancelleria tedesca, chiedendo anche a Putin di tenere "negoziati seri e diretti" con il presidente ucraino.


Dopo la telefonata di Draghi, è arrivata quella di Macron e Scholz... ma a parte l'ipocrita cortesia della diplomazia, in base alla quale è sempre poco opportuno e intelligente sbattere le porte in faccia agli altri e che pertanto non nega speranza ad alcuno, di risultati concreti da questo ennesimo colloquio telefonico se ne vedranno ben pochi.

Non solo in relazione ai colloqui di pace... Infatti, è difficile credere che la Russia, che sta bloccando più di 20 milioni di tonnellate di grano nei porti ucraini per ricattare l'occidente in modo che  allenti le sanzioni finora imposte, possa decidere di farle partire perché preoccupata della quasi certa crisi umanitaria che ciò finirà per creare. Putin non si è preoccupato di distruggere case e beni di persone, chiamate fratelli, che voleva salvare da un presunto "genocidio" in atto in Ucraina, finendo pure per ammazzarle... Che cosa gli potrà mai importare degli africani che moriranno di fame?


Ma anche per quanto riguarda gli ucraini, che pace potrebbero mai sottoscrivere con la Russia? 

Come oggi ha ricordato il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, l'invasione russa ha provocato, finora, la distruzione di più di 25.000 km di strade, diverse centinaia di ponti e 12 aeroporti. Più di 100 edifici dedicati all'istruzione, oltre 500 strutture mediche e 200 fabbriche sono state distrutti o danneggiati.

Il 35% dell'economia è fermo. Più di 300.000 kmq di terra sono stati minati o contaminati dalle bombe. Il Pil del Paese è crollato di quasi la metà ed il deficit di bilancio è pari a 5 miliardi di dollari ogni 30 giorni.

Il tutto sarebbe riassumibile, per ora, in 600 miliardi di dollari di danni. 

E in una trattativa di pace senza vinti e vincitori, mettendo da parte le questioni territoriali che riguardano il Donbass, la Crimea e la fascia costiera meridionale, possibile che la Russia accetti di ripagare i danni causati dall'invasione? Limitando il conto ai soli danni materiali!

Prendendo in esame la guerra in atto da qualsiasi punto di vista, sembra sempre più impossibile che questa possa finire senza che una delle due nazioni in lotta possa definirsi sconfitta. Ed ovviamente, questa non è una buona cosa, tenendo in mente l'arsenale atomico russo.

Autore Marco Cantone
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