Oltre alle politiche, il 4 marzo si voterà anche per i consigli regionali di Lombardia e Lazio. Due appuntamenti, anch'essi, di primissimo piano, considerata l'importanza delle due regioni. Pertanto, importante è anche il dibattito all'interno dei partiti su chi sarà il candidato che sarà indicato a ricoprire la carica di presidente, in caso di vittoria, in Lombardia e Lazio.

Alcuni partiti, da tempo, hanno indicato chi sarà a rappresentarli, mentre altri alle prese nel definire alleanze e distinguo, a livello locale e soprattutto nazionale, sono ancora incerti nello scegliere il loro "cavallo vincente".

Tra i "dubbi" più illustri vi è quello del candidato del centrodestra alla regione Lazio. I partiti che si presenteranno in un'unica lista alle politiche, vogliono essere alleati anche alle regionali. Ma chi scegliere come candidato "credibile" alla presidenza della regione?

I nomi che circolano sono tanti tra i soliti noti, come quelli della Meloni e di Gasparri, mentre tra le new entry vi è quello del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, che, probabilmente, se non venisse indicato come candidato del centrodestra si presenterà comunque con una propria lista.


Intervistato da Klaus Davi per la trasmissione Klaus Condicio, Pirozzi ha ribadito la sua intenzione: «Se Berlusconi mi chiamasse ad Arcore ci andrei e, se mi chiedesse personalmente di non candidarmi, gli direi in faccia che non rinuncio... che non cambio idea. Non sono una persona che gioca con certe cose. Sono coerente.»

Sergio Pirozzi è un uomo tutto d'un pezzo che riconosce l'importanza dell'agire comune e del rispetto dell'avversario politico, e lo dichiara senza aver timore di affidarsi a frasi del genere: «Il nostro è un Paese che non ha bisogno di odio, ma di amore, di passione e forza per risolvere i problemi e costruire un futuro migliore per i nostri figli.»

Ma, come dimostra l'intervista, l'integrità morale di Pirozzi poggia le sue basi sull'integrità politica che fa riferimento ad una destra che l'Italia avrebbe dovuto da tempo riporre in un cassetto e dimenticare, quella fascista.

Così, per Sergio Pirozzi, «per quello che riguarda infrastrutture, politiche sociali, una visione del paese... il "duce", secondo me, ha fatto grandi cose. Ma l’aver aderito alle sciagurate leggi razziali e aver fatto entrare l’Italia in guerra al fianco di Hitler è stata una cosa sciagurata.»

Pirozzi, ne abbiamo avuto la conferma, appartiene così a quella corrente revisionista che vorrebbe trasformare il Benito Mussolini dei treni in orario e delle strade asfaltate come una specie di statista illuminato, ma poi abbagliato e traviato, ad un certo punto, dalle chimere del nazionalsocialismo.

E per Pirozzi, va da sé, sono pertanto da benedire le guerre in Spagna e Africa, le squadracce fasciste, la repressione politica, le violenze e gli assassini voluti dal "duce". Per tacere degli affari cui era stato destinato ad occuparsi il fratello Arnaldo...

Come è possibile rispondere alle parole "sconcertanti" del sindaco di Amatrice? Utilizziamo quelle del senatore di Liberi e Uguali Miguel Gotor: «La politica italiana non ha bisogno di nostalgici del fascismo e chi sostiene che un dittatore come Benito Mussolini abbia fatto grandi cose non dovrebbe candidarsi alla guida di un’importante regione come il Lazio.»

Più chiari di così...