Polmonite o non polmonite, le condizioni di salute di Hillary Clinton non sono certo delle migliori. La sua storia clinica degli ultimi anni ce lo racconta, insieme all'ansia del suo staff, che, terrorizzato dall'eventualità che possa capitarle il peggio, la fa affiancare dal suo medico durante ogni apparizione pubblica.
La ex-first lady è probabile che sia in grado di arrivare all'8 novembre, giorno di elezioni, e, se riesce a spuntarla su Trump, anche al giorno dell'insediamento, il 20 gennaio del prossimo anno. Ma l'interrogativo è quanto a lungo potrà sedere alla scrivania dello studio ovale?
E allora vale la pena chiedersi chi è Tim Kaine, l'attuale candidato alla vice-presidenza nel ticket con la Clinton, perché ci sono concrete possibilità che sia lui a guidare l'America nei prossimi quattro anni.
A parte Gerald Ford, subentrato al dimissionario Nixon, l'ultimo vicepresidente a subentrare alla guida della Casa Bianca è stato Harry Truman, alla morte di Franklin Roosevelt. Truman non ha lasciato un gran ricordo di sè, con le sue politiche di chiusura di fronte all'Unione Sovietica, con l'abbandono delle politiche del New Deal adottate dal suo predecessore, e una carriera culminata con la strage di milioni di giapponesi innocenti annientati dalle bombe atomiche, tanto per dimostrare ai russi chi era che comandava.
Truman mai e poi mai avrebbe pensato di diventare presidente, nel suo curriculum non c'erano le premesse e lui stesso si sentiva inadeguato. Le sue scelte politiche, spesso sbagliate, possono essere state frutto di cattivi consiglieri e della volontà di apparire quel decisionista che non era.
Anche Tim Kaine non è un esponente politico di spicco, ma solo uno dei tanti ingranaggi dell'apparato del partito Democratico. Quando la Clinton lo ha candidato alla vice-presidenza sono stati in molti a chiedersi chi fosse.
Senatore della Virginia, Kaine si è occupato prevalentemente di politica estera e ha fatto parte delle commissioni del Senato per le Forze Armate e i Rapporti Internazionali. Viene dipinto come un falco al pari della Clinton e condivide molte delle posizioni dei neoconservatori.
Si è detto favorevole all'applicazione di una "no fly zone" in Siria, che sarebbe stata nient'altro che l'equivalente di una dichiarazione di guerra degli Stati Uniti al paese mediorientale, ed ha auspicato il rovesciamento del regime di Assad. Non si è limitato a questo, ma, immemore dei danni causati dall'amministrazione Bush con la sua guerra al terrore, ha chiesto anche una esplicita dichiarazione di guerra contro lo Stato Islamico.
Durante la crisi Ucraina, Kaine ha espresso a gran voce il suo sostegno per il governo fascista di Kiev e i suoi squadroni della morte. Ha condannato la Russia, considerandola un aggressore, nonostante che nell'est del paese fossero in molti a dichiararsi dalla parte di Mosca. Chissà come avrebbe reagito, in qualità di presidente degli Stati Uniti, di fronte ad un governo golpista appoggiato da una superpotenza, che minacciava la metà delle sue forze navali.
Se Kaine diventasse davvero presidente, i rapporti con il Cremlino rischierebbero di deteriorarsi irreparabilmente ed il rischio di un conflitto diventerebbe davvero concreto.
Resta ancora da chiarire, perché Kaine si è sempre rifiutato di farlo, la sua presenza in Honduras, ufficialmente in qualità di missionario gesuita, all'inizio degli anni 80, quando in America centrale operavano gli squadroni della morte sostenuti dagli Stati Uniti. Forse anche per questo è stato scelto dalla Clinton, che nel 2009, quando ricopriva il ruolo di segretario di Stato, ha orchestrato il golpe contro l'allora presidente dell'Honduras, Manuel Zelaya, colpevole di essere un sostenitore di Chavez, mettendo il paese nelle mani di un governo autoritario che ha fatto della repressione politica e delle stragi degli oppositori il pane quotidiano.
Ma anche sul piano della corruzione, Kaine ha molti scheletri nell'armadio. Quando era governatore della Virginia (2006-2010), ha ricevuto centinaia di migliaia di dollari da potenti lobbisti, mentre, in qualità di senatore, ha ripetutamente sostenuto gli interessi delle grosse istituzioni finanziarie ed ha sempre avuto stretti legami con Wall Street.
Tutto considerato, non resta che augurarci che la salute di Hillary Clinton tenga e possa consentirle di rimanere in carica, almeno per quattro anni. L'eventualità che Tim Kaine assuma la presidenza significherebbe cadere dalla padella nella brace.