Arrivare soddisfatti e stremati alla fine del viaggio e scoprire che il volo di ritorno, di durata superiore alle 12 ore, partirà con oltre 5 ore di ritardo. La vita si diverte anche così, offrendoti la possibilità di trascorrere 7 ore in un aeroporto semideserto, nell'attesa che a mezzanotte finisca la magia e l'aereo decolli.
Una volta a destinazione si sommeranno anche 7 ore di jet lag, ma questi sono dettagli, visto che il ritardo comporterà anche la perdita del secondo aereo e i voli rimanenti, per un'eventuale sostituzione del biglietto, risulteranno tutti al completo.
Seguiranno, in ordine cronologico, una notte etero-imposta in un triste albergo della zona aeroportuale di Madrid, accuratamente ideato per passeggeri inculati, una coppa di benvenuto con champagne decantato in comodi bicchieri da acqua, una generosa dose d'insonnia e una colazione rigorosamente non compresa. Il tutto per 100 euro, all-inclusive, dove all è un concetto abbastanza soggettivo.
Non sono però qui per lamentarmi e scendere nei dettagli, ma per condividere il testo di una canzone easy, la cui stesura mi ha permesso di sopravvivere all'attesa all'Aeroporto di Cancun, mentre mia moglie dormiva sommersa dai cappelli e le rime di qualità preferivano farsi desiderare...