Reddito di cittadinanza e Quota 100 sono stati licenziati in un decreto legge che dovrà poi essere approvato entro 60 giorni, dal momento in cui il presidente della Repubblica lo avrà firmato. Eventuali modifiche ai due provvedimenti, pertanto, potranno essere apportate durante il passaggio del decreto in Aula per la sua trasformazione in legge.

Quindi, è impossibile dire se i punti elencati nel decreto rimarranno quelli indicati o saranno migliorati. Nel frattempo possiamo però giudicare il decreto sulla base dello stato attuale dei fatti. Quello che è possibile leggere lascia non poche perplessità.

Iniziamo dal reddito di cittadinanza.

Per ottenerlo - materialmente sarà erogato a partire da aprile - bisognerà che i richiedenti soddisfino circa quindici requisiti. Il reddito, da ricordare che sarà integrativo rispetto al reddito attuale di una famiglia, servirà in parte per pagare l'affitto ed in parte per pagare acquisti complessivi per importi totali non superiori a 100 euro. Non sarà possibile utilizzarlo per scommesse e giochi d'azzardo e, probabilmente, anche per acquistare certe tipologie di prodotti.

Il reddito integrativo viene concesso con la carta Rcd che dovrà essere cambiata ogni mese. In sostanza è una carta prepagata che scade ogni mese. Se un utente non avrà speso tutti i soldi disponibili nell'arco di tempo stabilito, quei soldi saranno persi.

Un aspetto da considerare per i richiedenti è che le "conseguenze" del reddito, da chiunque sia richiesto, ricadono sull'intero nucleo familiare. Pertanto, se due o più adulti sono senza lavoro, tutti loro dovranno sottostare alle regole relative all'offerta e all'accettazione dei posti di lavoro.

Se la prima offerta di lavoro (entro 100 km dal luogo residenza) non sarà accettata, le seguenti, due in tutto, saranno penalizzanti: la seconda entro 250 km, la terza in tutta Italia. Da capire cosa possa accadere se un componente del nucleo familiare accetti la prima offerta ed un altro accetti la seconda con la necessità, logica, di doversi trasferire!

Nel caso in cui qualcuno sia riuscito a superare tutti gli ostacoli posti dal Governo per accedere al reddito, dovrà anche esser sicuro che quanto da lui dichiarato corrisponda al vero e di non essersi sbagliato. Il motivo? Altrimenti rischierà la galera: da uno a sei anni per falsa dichiarazione. Una pena non indifferente, considerato che, alla fine dei conti, si rischia il carcere per poche migliaia di euro. Paradossalmente, una truffa o una rapina potrebbe essere più conveniente, perché con buona condotta o benefici di pena, probabilmente in galera si finirebbe per stare lo stesso numero di anni con il vantaggio di essersi messo in tasca molti più soldi e senza che nessuno pretenda che tu li restituisca come invece è previsto per chi contravviene alle regole del reddito di cittadinanza.

Al di là di quelli che saranno i miglioramenti che verranno apportati, già elencando queste brevissime considerazioni in cui non sono neppure state citate tutte le perplessità collegate ai posti di lavoro da offrire ai richiedenti, chiunque può comprendere che il provvedimento è una gara ad ostacoli che, a conti fatti, finisce per essere più un danno che un beneficio per chi in esso confidava.

La sensazione data da una lettura, seppur affrettata, fa ritenere che questo sia stato licenziato per dar seguito ad una promessa elettorale, ma con tutti i se e i ma possibili e immaginabili, affinché le persone si guardino bene dall'utilizzarlo... causa carenza di fondi. L'infinita e caotica catalogazione di eccezioni che ne stanno alla base lo rende evidente, anche al più entusiasta sostenitore dei 5 Stelle. Pochi saranno i beneficiari, molti saranno i delusi.


Meno problemi, invece, per la cosiddetta quota 100 che permette di rivedere la legge Fornero e consente, a chi lo desidera, di anticipare la pensione di qualche anno. Il problema, però, nonostante il ministro dell'Interno continui a dire che per chi usufruirà di questa possibilità non ci sarà alcuna penalizzazione, è che i richiedenti dovranno rinunciare ad una parte del loro assegno mensile maturato in base ai contributi versati e ad un eventuale reddito integrativo derivante da un nuovo lavoro, eventualità esplicitamente vietata.

Da vedere, pertanto, quale sarà il numero delle persone che accetteranno di anticipare l'uscita dal lavoro e quale sarà quello delle persone che verranno assunte in sostituzione, uno dei motivi alla base della revisione della legge Fornero, provvedimento che, perlomeno, è più chiaro, al di là delle dichiarazioni di propaganda, rispetto al reddito di cittadinanza e, in ogni caso, consentirà una scelta consapevole a chi deciderà di usufruirne.