Papa Francesco lamenta che "le guerre sono alimentate dal commercio delle armi", ma è davvero così?
Non esattamente: le armi non sono una bella cosa, anzi servono per la cosa peggiore, cioè distruggere e uccidere, ma i numeri raccontano ben altro, a partire dal fatto che gli arsenali e i campi di battaglia  di oggi sono pieni zeppi delle armi prodotte nel corso degli Anni '90.

Esiste un nesso diretto tra armi prodotte e conflitti?
Potrà sembrare strano, ma il volume mondiale di armi vendute tra il 1982 e il 1986 era più del doppio che nel 2002
Eppure, nel 1983 'scoppiava la pace' con il ritiro di Israele dal Libano e la sigla dei trattati nucleari tra USA e Russia, mentre nel 2002 'iniziava la guerra' globale contro il terrorismo.

Allo stesso modo, il forte incremento di armi vendute dal 2022 ad oggi non coincide in un pari incremento della produzione, bensì consiste in un una buona parte nella dismissione di armamenti che giacevano nei depositi militari.
Ad esempio, gli obici semoventi da 155 mm o i caccia Typhoon oppure le scorte di munizioni per l'artiglieria o, ancora, i carri Leopard II.
Obici,  munizioni e carri che al momento non sono stati sostituiti da nuova produzione, anzi leggiamo tutti che le scorte languono e che l'aumento della spesa militare non va a sopperire più di tanto al materiale bellico in uscita.

Sempre con un occhio ai numeri, riguardo l'Italia, ricordiamo che il raddoppio del valore delle armi esportate dall'Italia nel 2015 consisteva nella fornitura di soli 28 Eurofighter al Kuwait. Cioè  il boom di ricavi non necessariamente coincide con chissà quale riarmo.

Intanto,  la spesa militare globale resta intorno al 2% del PIL mondiale, cioè si aggira sui 2mila miliardi di dollari rispetto ai circa 100mila di prodotto lordo.
I primi cinque Paesi al mondo per export di armi sono Stati Uniti, Russia, Francia, Cina e Germania, che sono responsabili dei tre quarti del commercio globale, ma secondo le stime hanno complessivamente guadagnato 85 miliardi di dollari all'anno negli ultimi 4 anni, cioè molto meno di quanto spendono per una Legge Finanziaria

Come anche, ad esempio, rispetto al mito che l'industria militare è fondamentale nella creazione di lavoro e di nuova occupazione, i dati Confindustria ANPAM confermano che nei settori correlati delle armi sportive (caccia e tiro) si contano occupati 4 volte i lavoratori del settore armi belliche (cioè oltre 80.000 addetti rispetto 19.000).

Ma allora quali sono i commerci che alimentano le guerre? 

Da sempre sono le condizioni di monopolio e le speculazioni finanziarie sui mercati dei materiali grezzi che alimentano e fomentano le guerre. E' dalla fine dell'Ottocento che va così: le armi sono lo strumento, non la causa.

Potete farvene un'idea da soli, confrontando i dati seguenti.

Quotazioni Petrolio greggio (Brent Europe)
Dicembre 2021 = 74,22  Dollari per barile
Marzo 2022 = 117,25   Dollari per barile
Gennaio 2024 = 76,60   Dollari per barile

Prezzo del Gas all'ingrosso (Amsterdam TTF)
Dicembre 2021 =  106,1 euro per megawattora
Agosto 2022 = 340 euro per megawattora
Gennaio 2024 = 30,8 euro per megawattora

Prezzo del Grano all'ingrosso (Matif Future Frumento)
Dicembre 2021 =  287,75 euro per tonnellata
Maggio 2022 = 371,75 euro per tonnellata
Gennaio 2024 = 597,00 euro per tonnellata

Prezzo dell'Acciaio all'ingrosso (CNY steel rebar)
Dicembre 2021 = 4310,3 yuan per tonnellata
Maggio 2022 = 5189,7 yuan per tonnellata
Gennaio 2024 = 3817,2 yuan per tonnellata

Prezzo del Carbone all'ingrosso (USD/t)
Dicembre 2021 = 139,45 Dollari per tonnellata
Settembre 2022 = 428,39 Dollari per tonnellata
Gennaio 2024 = 123,12 Dollari per tonnellata

Prezzo dell'Oro all'ingrosso (USD/t.oz)
Dicembre 2021 = 1589,5 Dollari per oncia troy
Maggio 2022 = 1981,4 Dollari per oncia troy
Gennaio 2024 = 2046,3 Dollari per oncia troy