Annunciato da Ursula von der Leyen il nuovo patto su migrazione e accoglienza in Europa
Dichiarazione che non lascia spazio ad interpretazioni quella che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha rilasciato mercoledì per introdurre le misure del pacchetto migrazioni presentate successivamente dal vicepresidente Schinas e dalla commissaria Johansson.
La migrazione - ha detto la von der Leyen - è sempre stata una costante per l'Europa e continuerà ad esserlo anche in futuro. Nel corso dei secoli ha definito le nostre società, arricchito le nostre culture e plasmato molte delle nostre vite. E sarà sempre così.La migrazione è complessa. Il vecchio sistema non funziona più. Il pacchetto della Commissione su migrazione e asilo, che presentiamo oggi, offre un nuovo inizio. Molti interessi legittimi devono essere riequilibrati. Vogliamo essere all'altezza dei nostri valori e allo stesso tempo affrontare le sfide di un mondo globalizzato.L'Europa deve abbandonare soluzioni ad hoc e mettere in atto un sistema di gestione della migrazione prevedibile e affidabile. Sono convinta che la proposta della Commissione costituisca una buona base di partenza. Questo pacchetto riflette un giusto e ragionevole equilibrio tra responsabilità e solidarietà tra gli Stati membri. Tutti condividiamo i vantaggi, tutti condividiamo l'onere. Questo pacchetto riflette anche un approccio pragmatico e realistico. Sappiamo che dobbiamo creare fiducia tra gli Stati membri e la fiducia dei cittadini per poter gestire tutto questo come Unione. Il pacchetto riflette la complessità della questione poiché riunisce tutti gli aspetti della migrazione: gestione e controllo delle frontiere, asilo e integrazione, rimpatri e relazioni con i partner esteri.E infine, la proposta della Commissione si basa sulle diverse situazioni geografiche, capacità e scelte degli Stati membri europei, ma tiene anche conto del fatto che la pressione sui nostri confini è variabile. Ciò si traduce in un nuovo equilibrio tra responsabilità e solidarietà. Non è in discussione se gli Stati membri debbano dare il loro sostegno di solidarietà e contributi, ma come farlo. Moria è un duro promemoria: dobbiamo trovare soluzioni sostenibili sulla migrazione. E dobbiamo tutti fare un passo avanti.Anche la Commissione Europea è pronta a fare un passo in avanti. Vogliamo fornire un'assistenza rapida. Organizzeremo un progetto pilota congiunto con le autorità greche a Lesbo per la gestione di un centro di accoglienza. Per implementarlo, abbiamo deciso oggi la Task Force. Con il sostegno delle nostre agenzie dell'UE, questa task force contribuirà a migliorare le condizioni delle persone sull'isola in modo durevole. Insieme dobbiamo dimostrare che l'Europa gestisce la migrazione in modo umano ed efficace.L'UE ha già dimostrato in altri settori di poter compiere passi straordinari per conciliare prospettive divergenti. Abbiamo creato un mercato interno complesso, una moneta comune e un piano di ripresa senza precedenti per ricostruire le nostre economie. È ora il momento di raccogliere la sfida di gestire la migrazione insieme, con il giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità.
Mentre Margaritis Schinas ha illustrato quali saranno i provvedimenti nell'immediato per ripristinare una situazione di normalità a Moria, nell'isola di Lesbo dove un incendio ha distrutto il campo di accoglienza lasciando senza riparo migliaia di persone in attesa di un permesso per entrare in Europa, la commissaria Ylva Johansson ha invece illustrato le linee guida di ciò che l'Europa è intenzionata a fare sul problema migrazione.
Come primo punto la Johansson ha negato che esista un collegamento tra migrazione e crisi, ricordando che la maggior parte dei migranti che vengono nell'Unione europea vengono legalmente. Lo scorso anno sono stati 2,4 milioni i migranti che hanno ottenuto un permesso di soggiorno nell'Unione europea, mentre sono stati un milione coloro che dall'Ue se ne sono andati. Sempre lo scorso anno sono state rilasciate quasi 700mila nuove cittadinanze europee. Un male? No, è un bene perché la popolazione europea sta invecchiando e c'è bisogno di nuove persone.
Ma oltre ai migranti regolari ci sono anche quelli irregolari. Quanti sono stati lo scorso anno? 140mila di cui un terzo rifugiati. Nel 2015 gi arrivi irregolari erano stati 1,8 milioni, quasi tutti rifugiati.
Il problema, pertanto è nella gestione degli irregolari. Come risolverlo? Nel gestirlo come Europa. Qualunque sia il Paese in cui i migranti arriveranno, non arriveranno in Grecia, in Italia, in Spagna... arriveranno in Europa che applicherà loro le stesse procedure di accoglienza, negli stessi tempi e con le stesse modalità.
L'Europa è pronta ad accogliere chi ha bisogno di protezione internazionale, chi ha il diritto legale di lavorare o studiare nell'Unione. Coloro a cui non è possibile riconoscere tale diritto, dovranno essere rimpatriati.
Tutti devono contribuire alla gestione del problema, anche scegliendo in che modo: tramite il ricollocamento, tramite le procedure per il rimpatrio, tramite le operazioni di ricerca e soccorso... Con la nuova proposta Ue, anche la ricerca e il salvataggio in mare diventano responsabilità di tutti gli Stati membri. "Salvare vite è sempre essenziale ed è un obbligo", ha detto la Johansson.
Il primo pilastro dell'approccio della Commissione alla creazione della fiducia consiste in procedure più efficienti e rapide. In particolare, la Commissione propone di introdurre una procedura di frontiera integrata, che per la prima volta includa uno screening pre-ingresso che copra l'identificazione di tutte le persone che attraversino le frontiere esterne dell'UE senza autorizzazione o che siano sbarcate autonomamente o dopo un'operazione di ricerca e soccorso.
Ciò comporterà anche un controllo sanitario e di sicurezza, rilevamento delle impronte digitali e registrazione nella banca dati Eurodac. Dopo lo screening, le persone potranno essere indirizzate alla giusta procedura, sia alla frontiera per determinate categorie di richiedenti, sia nell'ambito di una normale procedura di asilo. Nell'ambito della procedura di frontiera verranno prese decisioni rapide in materia di asilo o rimpatrio.
Allo stesso tempo, tutte le altre procedure saranno migliorate e soggette a un monitoraggio più rigoroso e al sostegno operativo delle agenzie dell'UE. L'infrastruttura digitale dell'UE per la gestione della migrazione sarà modernizzata per rispecchiare e supportare queste procedure.
Il secondo pilastro al centro del Patto è l'equa condivisione di responsabilità e solidarietà. Gli Stati membri saranno tenuti ad agire in modo responsabile e solidale gli uni con gli altri. Ogni Stato membro, senza alcuna eccezione, deve contribuire in modo solidale nei periodi di stress, per contribuire a stabilizzare il sistema generale, sostenere gli Stati membri sotto pressione e garantire che l'Unione adempia ai propri obblighi umanitari.
In relazione alle diverse situazioni degli Stati membri e alle fluttuanti pressioni migratorie, la Commissione propone un sistema di contributi flessibili da parte degli Stati membri. Questi possono variare dal ricollocamento dei richiedenti asilo dal paese di primo ingresso all'assunzione di responsabilità per il rimpatrio di persone senza diritto di soggiorno o varie forme di supporto operativo.
Mentre il nuovo sistema si basa sulla cooperazione e su forme flessibili di sostegno che iniziano su base volontaria, nei momenti di pressione sui singoli Stati membri saranno richiesti contributi più rigorosi, sulla base di una rete di sicurezza.
Il meccanismo di solidarietà coprirà varie situazioni, compreso lo sbarco di persone a seguito di operazioni di ricerca e soccorso, pressioni, situazioni di crisi o altre circostanze specifiche.
L'UE cercherà di promuovere partenariati su misura e reciprocamente vantaggiosi con i paesi terzi. Questi aiuteranno ad affrontare sfide condivise come il traffico di migranti, aiuteranno a sviluppare percorsi legali e affronteranno l'efficace attuazione degli accordi e delle disposizioni di riammissione. L'UE e i suoi Stati membri agiranno in unità utilizzando un'ampia gamma di strumenti per sostenere la cooperazione con i paesi terzi in materia di riammissione.
Con il pacchetto odierno si cercherà anche di rafforzare un sistema comune dell'UE per i rimpatri, per rendere più credibili le norme sulla migrazione. Ciò includerà un quadro giuridico più efficace, un ruolo più forte della guardia di frontiera e costiera europea (sarà attiva dal 1 gennaio 2021) e un coordinatore per i rimpatri di con una rete di rappresentanti nazionali per garantire la coerenza in tutta l'UE.
Inoltre, verrà proposta una governance comune per la migrazione con una migliore pianificazione strategica per garantire che le politiche dell'UE e nazionali siano allineate e un maggiore monitoraggio della gestione della migrazione sul campo.
Adesso non resta che attendere che i principi espressi si trasformino in atti concreti, nel più breve tempo possibile e la palla passa al Parlamento e al Consiglio europeo.