"Il Tribunale Federale Nazionale, presieduto da Roberto Proietti, ha dichiarato - in un comunicato stampa del 25 luglio - improcedibile il deferimento nei confronti della Società AC Chievo Verona Srl e, per l’effetto, restituisce gli atti alla Procura Federale."

Ieri, sul proporio sito web, il Football Club Crotone dichiarava di attendere "con fiducia" la decisione del Tribunale Federale della FIGC, aggiungendo che "sarebbe davvero incredibile e singolare se, a fronte di fatti d’inusitata gravità da parte di una società già in passato graziata attraverso l’istituto del patteggiamento, il tutto dovesse finire nel nulla in ragione di una leggerezza della Procura Federale e, dunque, di una poco accorta gestione di un’indagine densa d’implicazioni di entità davvero assai rilevanti."

Nei giorni scorsi, Marco De Luca, il legale del Chievo, aveva così commentato lo svolgimento del processo a cui aveva partecipato: «È un deferimento fragilissimo che contiene errori marchiani anche nei numeri. Sono abbastanza fiducioso che gli errori commessi in sede procedurale vengano sanzionati anche duramente.

La procura si è rifiutata per due volte di ascoltare il presidente Campedelli e quindi l'improcedibilità sta nei fatti. È un deferimento completamente infondato e non possiamo non essere fiduciosi.»

Evidentemente l'avvocato aveva ragione. Mercoledì mattina, infatti, come indicato all'inizio dell'articolo, il Tribunale Federale Nazionale ha dichiarato l'improcedibilità nei confronti del Chievo.

In pratica, quello che si paventava nel comunicato del Crotone, che avrebbe potuto essere riammesso in A al posto del Chievo, è accaduto.

L'improcedibilità è stata causata da un vizio di forma relativo alla mancata audizione concessa dalla Procura Federale alla società veronese. Fatto sottolineato dai legali del club che durante l'udienza hanno reso noto che "la Procura Federale aveva disatteso la richiesta di audizione formulata il 15 giugno 2018, prima, pertanto, dell’atto di deferimento e prima dei venti giorni concessi dalla stessa Procura Federale per richiedere l’audizione".

Per questo, il Tribunale Federale Nazionale ha deciso di non procedere nel merito nei confronti del Chievo, rimandando la questione, di nuovo alla Procura Federale. Insomma, ha deciso di non decidere per un vizio di forma.

Adesso tocca alla Procura Federale riprendere l'indagine daccapo, mentre il campionato di Serie A inizia il 16 agosto. È evidente che è stato commesso un pasticcio, se questo è avvenuto in buona fede!

Per la cronaca, da riportare anche il comunicato di commento del Chievo in cui la società fa notare, tra l'altro, che "la contabilizzazione del Diritto Pluriennale delle Prestazioni dei Giocatori è regolata dalle Raccomandazioni Contabili e dalle Noif Federali cui il ChievoVerona si è sempre attenuto nella redazione dei bilanci di esercizio sotto esame della Procura Federale e la cui correttezza non è mai stata messa in discussione da alcun rilievo Co.Vi.Soc.

Si ricorda che la Co.Vi.Soc ha il compito di segnalare eventuali anomalie riscontrate nelle sue analisi in relazione alla valutazione dei requisiti economico finanziari delle società calcistiche, tra i quali rientrano anche le segnalazioni sul valore eventualmente anomalo dei Diritti Pluriennali alle Prestazioni dei Calciatori.

Come indicato dalle Raccomandazioni Contabili della Federazione, i valori dei Diritti Pluriennali delle Prestazioni dei Giocatori, è determinato dai valori dei relativi contratti di compravendita fra società calcistiche.

Nella denegata ipotesi che questo principio dovesse essere messo in discussione per il ChievoVerona, ciò potrebbe di fatto inficiare la stessa normativa federale in essere e potrebbe comportare inevitabilmente una messa in discussione del valore dei Diritti Pluriennali delle Prestazioni dei Giocatori di molte delle società calcistiche italiane."