Per gli estremisti di destra italiani, il 25 aprile, la Festa della Liberazione, è un giorno difficile da digerire. 

L'aspetto più divertente nel loro tentativo di ignorare o screditare la ricorrenza è rappresentato dal fatto che, così facendo, finiscono per confermare ciò che loro, almeno pubblicamente, si intestardiscono nel voler negare: quello di essere fascisti. 

Infatti, se loro non fossero fascisti, perché allora dovrebbero opporsi, ogni anno, alla celebrazione del 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo? Perché sminuire, dileggiare, offendere la memoria di chi ha combattuto e sacrificato la vita per liberare l'Italia dalla dittatura e dall'invasore? 

Da notare, tra l'altro, che il Comitato di Liberazione Nazionale che coordinava i Comitati di Liberazione territoriali era composto da Pietro Nenni per il PSIUP, Giorgio Amendola per il PCI, Ugo La Malfa per il Partito d'Azione, Alcide De Gasperi per la Democrazia Cristiana, Meuccio Ruini per Democrazia del Lavoro e Alessandro Casati per i liberali. Quindi, espressione di tutte le forze politiche democratiche italiane. 

Quindi, ogni 25 aprile, i neofascisti finiscono per smascherarsi e dimostrare quello che, vigliaccamente, dicono di non essere.

Nei loro tentativi di negare l'evidenza, tra l'altro, finiscono anche per rendersi ridicoli... e quello che è ancora più paradossale è che, quasi sempre, lo fanno per proprio conto!

Un esempio? Matteo Salvini che cita una frase dal "Discorso sulla Costituzione" di Piero Calamandrei, "... la libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare", dimenticando di riportarla per intero, omettendo "quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai".

Lo stesso Matteo Salvini che fino ad un paio di mesi fa è andato in giro per l'Italia promuovendo ideali e slogan fascisti come "ordine e disciplina", tanto cari a Benito Mussolini. 

«Autorità, ordine e giustizia. Questo trinomio è il risultato fatale della civiltà contemporanea, dominata dal lavoro e dalla macchina.» (Dal discorso pronunciato all'Assemblea del P.N .F. in Roma , il 14 Settembre 1929).«Ci può essere un ordine pubblico perfetto, e ci può essere un disordine morale profondo. Dobbiamo preoccu­parci dell’ordine morale, non dell’ordine pubblico, perchè per l’ordine pubblico, nel senso poliziesco della parola, abbiamo forze sufficienti.»(Dal discorso pronunciato al Parlamento, il 26 Maggio 1927). «La parola d’ordine non può essere che questa: disciplina. Disciplina all’interno per avere di fronte all’estero il blocco granitico di un ’unica volontà nazionale »(Da discorso pronunciato a congresso fascista in Roma il 22 Giugno 1925).


Pertanto, dopo che il senatore Ignazio La Russa ha tentato, inutilmente, di cambiare il senso della celebrazione, la leader del suo partito Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, non può esimersi dall'indignarsi per qualche decina di persone che per il 25 aprile è andata per strada a cantare Bella Ciao... definito, in pratica un affronto al diritto di libertà e uguaglianza. 

Curioso come una che riconosce come unico errore fatto da Mussolini quello di aver licenziato le leggi razziali - ma solo perché lo Stato di Israele è governato da degli estremisti che hanno instaurato un regime di apartheid - adesso riconosca i principi di libertà e uguaglianza!

E così la ex missina Meloni, sull'orlo di una crisi di nervi, finisce per sbroccare quando sente Francesco Guccini definirla invasore cantando una versione aggiornata di Bella Ciao: 

«Cosa intende esattamente Francesco Guccini quando dice che con Meloni, Salvini, Berlusconi faranno la "resistenza come hanno fatto i partigiani"? Che dovrebbero farci i processi sommari, appenderci a testa in giù, rasarci i capelli ed esporci alla pubblica gogna? Cosa intende quando dice "oh partigiano portali via"? Dove dovrebbero portarci questi partigiani? Al confino, in galera, dove? Questa si chiama istigazione all'odio, cari compagni. Ma noi non ci faremo intimorire, mai. Dovete batterci nelle urne, se ne siete capaci».

Non sarà un problema... purché ci sia un'informazione corretta che non consenta a quelli come Meloni e Salvini di continuare a raccontar balle, trasformando la realtà in opinione.