E' in libreria "L'anima in tasca" poesie di Davide Romano (Ed. La Zisa, pagg. 80, euro 7), prefazione di Antonio Riolo. Un susseguirsi di immagini spettacolare, un continuo sfogliare un originale album fotografico che esalta sfumature e intervalli tra il bianco e il nero, tra dolci carezze quasi infantili e disincanti crudeli di chi è impastato nella vita vissuta.
Non si vedono gli accecanti colori mediterranei, ma tendine di nebbia che conducono verso ambienti rarefatti, signorili, in grado di penetrare spazi profondi e – spesso – nascosti: l'intimità dell'«anima in tasca», per l'appunto. Una intimità originale, misurata e segnata da un apparente distacco che ha in se la freddezza ostentata come estrema difesa di un pudore dal sapore antico e, contemporaneamente, strenua gelosia dei propri sentimenti amorosi. Una intimità che trova fondamento nel dialogo di chi sta “straniero seduto davanti al pozzo della mia solitudine”.
In questo verso, fortunato esempio di piacevole convivenza tra suono e significato delle parole, si potrebbe trovare l'origine della raccolta di poesie che presentiamo. Un appunto di partenza che apre un vero, autentico dialogo amoroso; la solitudine, la propria solitudine combinata al dolore – significativa la “rabbiosa” poesia al padre – è il viatico esistenziale di un uomo, di un “pellegrino di un tempo che non ci appartiene”.
Un cammino ispirato, non comune, comunque coinvolgente fino al punto di imporre scavi personali nella memoria delle tante immagini offerte dai sentimenti amorosi e rendere familiari le poesie di Davide Romano. Un amore “ritrovato e mai perduto” che restituisce ad ogni riferimento alla Natura l'elemento vitale fondamentale e supremamente femminile: l'acqua. Sotto varie forme – le lacrime, le onde, il mare, l'umidità dell'alba – si condensa u sentire fertile di sogni e realtà, di incanti e disincanti, un gioco continuo di opposti che nulla toglie ad un occhio indagatore, vigile, ma sempre pronto a dialogare col cuore proprio del poeta.
Un raffinato volumetto da custodire e ri-guardare con cura e delicatezza, una voce sussurrata da ascoltare nei tanti momenti di smarrimento che segnano inevitabilmente il cammino di ogni essere umano, soprattutto in questi tempi di sfrontato imperversante materialismo.
L'autore: Davide Romano (Palermo), giornalista free-lance specializzato in informazione religiosa, si occupa di pubbliche relazioni e cura diversi uffici stampa. Ha scritto e scrive per numerose testate, tra le quali: Il Giornale di Sicilia, Il Mediterraneo, La Repubblica, Centonove, Antimafia2000, L'Ora, La Rinascita della Sinistra, Jesus, Avvenimenti, L'Inchiesta Sicilia e Narcomafie. E' anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura “Nuovo Mezzogiorno” e del mensile della Funzione Pubblica Cgil “Sicilia Forum 98”. Con la casa editrice La Zisa ha pubblicato, fra gli altri: L'amore maldestro (2001) e La linea d'orizzonte tra carne e Cielo (2003, insieme con Salvatore Insegna), La buriana e altri racconti (2003) e Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana (2003, 2004).