Il Trentino ha risorse e territorio per gestire anche più di un centinaio di orsi: gli manca però un'amministrazione provinciale adeguata per farlo
"Ho parlato con il presidente Maurizio Fugatti - ha dichiarato domenica l'on. Brambilla in qualità di presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente - e gli ho ribadito la nostra offerta, già formalizzata sia alla Provincia autonoma di Trento che al Ministero dell'Ambiente, di trasferire i tre orsi JJ4, MJ5 e M49 in un luogo idoneo, che abbiamo individuato grazie alla solidarietà di imprenditori che si sono messi a disposizione per sostenere questo progetto. Noi ci siamo: l’abbattimento non è mai la soluzione e il fatto che il TAR di Trento abbia sospeso anche l’uccisione di MJ5 conferma la correttezza della nostra strada. Ho ancora davanti agli occhi le immagini di JJ4 e M49, i due orsi che sono andata personalmente a visitare: questa vicenda comunque la si guardi è di una tristezza infinita. E non dimenticherò gli occhioni di JJ4, che forse pensava al suo bosco e ai suoi cuccioli che non rivedrà. Quegli occhioni sono dentro il mio cuore: le ho promesso che avremmo fatto di tutto per portarla in un luogo adeguato".
Ieri, il presidente della PAT, Maurizio Fugatti, prima di assistere alla partita della locale squadra di calcio aveva lasciato delle dichiarazioni alla stampa in cui lasciava trasparire un certo nervosismo, iniziando a capire che pian piano stanno emergendo le sue responsabilità in relazione a quanto non ha fatto, negli anni della sua amministrazione, per mettere in atto quanto avrebbe dovuto in relazione alle sue per gestire al meglio il progetto Life Ursus.
Come al solito ha cercato di scaricare su altri la colpa della morte di Adrea Papi:
"Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, sono stati il Tar e il Consiglio di Stato a non permetterci di catturare Jj4, dopodiché gli scienziati vanno ascoltati [anche se, a suo dire] non ci avevano detto che l’orso avrebbe aggredito e ucciso una persona. Vedo che anche oggi continuano a dire che la convivenza è possibile ma con questi numeri la convivenza è impossibile".
Poi se l'è presa con esponenti della sua parte politica, come Giacomo Bezzi (FdI) della val di Sole, che hanno ipotizzato delle criticità in merito alla gestione del piano di ripopolamento orsi che su un quotidiano locale aveva rilasciato un'intervista titolata "Fugatti faccia autocritica e ci ascolti".
Ma quali sono le mancanze di Fugatti?
La ha riassunte in una nota la delegata trentina dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Ornella Dorigatti, intervenuta alla manifestazione odierna che si è tenuta davanti al Centro Vivaistico Forestale Casteller:
"Gli orsi devono rimanere qui: abbiamo risorse e territorio idonei a gestire questi animali. Stiamo parlando di 390.463 ettari, pari al 63% del territorio provinciale; se esistessero i corridoi faunistici gli orsi si potrebbero diffondere sul territorio e quindi non esisterebbero problemi di esubero come si vuole far credere. Il progetto Life Ursus prevedeva una popolazione MINIMA di 50 orsi, ma Fugatti usa questo numero come limite massimo. Forse sarebbe meglio spiegare un po’ di matematica al presidente, sui concetti di minimo e massimo.Diversi interventi di tecnici esperti dicono che sia improponibile spostare 50-70 orsi; ci chiediamo perché i trentini debbano pagare una montagna di soldi per queste scelte assurde. Perché invece non investire i soldi per colmare le gravi lacune che la politica fino adora ha contribuito a formare?Esiste un rapporto emesso da ISPRA, emesso nel maggio del 2021, quindi quasi due anni fa, che però questi governanti trentini hanno saputo leggere solo nella parte finale, dove la parola ABBATTIMENTO pare l’unico dogma che riconoscano. Abbattiamoli tutti, secondo l’attuale visione della giunta provinciale di Trento, capitanata dal presidente carceriere Fugatti e dalla sua fidata assessora alle Foreste e Fauna, Giulia Zanotelli.E approfondiamo, allora, questo documento, che invece mette in risalto molte altre cose importanti, in merito alla gestione degli orsi in Trentino, quanto mai attuale e sempre disatteso.In particolare, nel documento si vuole analizzare il concetto di “orsi problematici” e la loro interazione con le attività antropiche. Questa analisi, molto complessa ed articolata, è una vera e propria critica alla gestione fallimentare della provincia di Trento, che si ostina a voler vedere solo una piccola parte del rapporto scientifico divulgato. Quello, cioè, che prevede come extrema ratio, l’abbattimento di un orso definito pericoloso. Ma il presidente Fugatti e la sua assessora Zanotelli, stanno peggiorando la situazione, ignorando proprio le condizioni principali per creare una corretta gestione del problema.Infatti, nel rapporto, ci sono alcuni dati importanti che devono essere letti molto accuratamente e che qui vogliamo evidenziare:
- In Val di Sole, zone di presenza degli orsi, ci sono 409 cassonetti per il rifiuto organico; solamente 6 di questi sono anti orso. Solamente sei. In una zona dove l’orso vive.
- Non vi è una corretta politica gestionale dei rifiuti organici, poiché non esiste informazione ai cittadini su come evitare di lasciare a disposizione rifiuti che possano attirare gli orsi nei centri limitrofi ai boschi dove il plantigrado è presente.
- Tutta la cartellonistica e la segnaletica è carente sul territorio.
Il rapporto evidenzia che: “la problematicità degli orsi è dipendente dalla disponibilità di cibo di origine antropica”; cioè, è colpa dell’uomo se l’orso si avvicina ai centri abitati per cercare cibo, perché l’uomo lascia incustoditi bidoni e residui delle proprie attività, attirando così l’animale e favorendone il concetto di “animale confidente”.Sempre nel rapporto in oggetto, viene rilevato che le procedure relative alla gestione degli orsi definiti problematici, hanno una scaletta ben determinata, richiamando quella definita dal PACOBACE (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali).
- Rimozione del cibo di origine antropica (cassonetti anti-orso, politiche di corretta gestione dei rifiuti).
- Dissuasione (rumori molesti per gli orsi, cani da guardiania, uso di pallettoni di gomma).
- Rimozione dell’animale (dopo le procedure precedenti) e, solo in casi estremi, abbattimento.
Sull’abbattimento, sempre il PACOBACE, prevede una scala di pericolosità progressiva molto chiara, in termini di gravità dei fatti che determinano tale provvedimento; si parla di ripetuti attacchi immotivati a persone e pericolosità in termini di aggressività.Eppure, chi ha in mano le redini del governo trentino altro non sa che parlare di abbattimento, immediatamente, senza se e senza ma. Senza nemmeno analizzare che è obbligatorio procedere prima alla realizzazione di processi più civili, come la predisposizione di cassonetti anti orso in misura adeguata, l’utilizzo corretto delle risorse tecnologiche a disposizione per prevenire la nascita di futuri orsi definiti problematici; per esempio: cani da guardiania per i pastori, tecnologia applicata per il rilievo dei plantigradi vicini alle arnie, con conseguente attivazione di rumori molesti e allarmi sonori; recinzioni anti orso adeguate; tutte tecniche adottate in altri paesi e solo blandamente in Trentino, dove si preferisce spendere milioni di euro per ampliare le strutture di detenzione, sperperando denaro pubblico in maniera esorbitante, quando tali soldi potrebbero, invece, essere investiti per i suggerimenti dettati proprio dallo stesso rapporto ISPRA.Pare proprio che la provincia non abbia la pazienza di documentarsi a fondo, leggendo totalmente il rapporto ISPRA e saltando così subito alla “soluzione finale” posta come condizione ultima: abbattimento.Se avesse il buon gusto di leggerlo integralmente, quel rapporto, troverebbe anche un ulteriore richiamo a quel famoso rapporto CITES, nel quale si evince lo stato pietoso di salute in cui versano i tre orsi che lei e il suo presidente stanno tenendo imprigionati al Casteller da mesi; sì, infatti nel rapporto ISPRA, si ribadisce anche la totale inadeguatezza del centro vivaistico del Casteller.L’INADEGUATEZZA del Casteller e sulle condizioni disastrose degli orsi detenuti si trova in quel rapporto ISPRA.“Abbattiamoli tutti!” urlano questi politici, perché pare proprio che qui in Trentino tutto dorma, tutto taccia e tutto sia consentito a chi governa per eliminare gli orsi dalla faccia Terra.Tutto ciò è svilente per una terra che si è sempre definita amica, pare solo a parole, di ambiente e sviluppo sostenibile. E sono indicate proprio in quello stesso rapporto ISPRA che l’attuale guida del Trentino, invece, tiene occultato per la parte operativa e di progettazione, evidenziando solo le parole: ABBATTERE, CATTURARE, IMPRIGIONARE, ELIMINARE.Mai che si prenda in seria considerazione la progettualità e l’investimento in formazione, installazione di appositi cassonetti anti-orso, corretta gestione dei rifiuti nelle valli, seria politica di incentivazione dell’uso di sistemi dissuasori per coltivatori e pastori. Si urla: “ABBATTIAMOLI”, come nel Medioevo. E, come nel Medioevo si vuole proseguire. Mentre il mondo, fuori, si evolve e cerca e progetta e applica sistemi di tutela della biodiversità.E noi continuiamo a proporre, anche in questi giorni abbiamo avanzato alcune linee programmatiche per questi politici che cavalcano solo il terrore e la morte".