"... dobbiamo amaramente ammettere che questo Paese, come altri, è ancora alle strette e che in Europa c’è chi persiste nel trattare il problema come un affare che non lo riguarda. Questo è tragico. Ricordo le Sue [rivolto alla Presidente del Reception and Identification Centre,] ultime parole: “Che l’Europa faccia lo stesso”. E quante condizioni indegne dell’uomo! Quanti hotspot dove migranti e rifugiati vivono in condizioni che sono al limite, senza intravedere soluzioni all’orizzonte! Eppure il rispetto delle persone e dei diritti umani, specialmente nel continente che non manca di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre salvaguardato, e la dignità di ciascuno dovrebbe essere anteposta a tutto!"

Questo un passaggio del discorso di Papa Francesco durante la visita odierna ai rifugiati ospitati a Lesbo in occasione del viaggio apostolico a Cipro e in Grecia. Bergoglio ha poi proseguito nella sua denuncia:

"È triste sentir proporre, come soluzioni, l’impiego di fondi comuni per costruire muri, per costruire fili spinati. Siamo nell’epoca dei muri e dei fili spinati. Certo, si comprendono timori e insicurezze, difficoltà e pericoli. Si avvertono stanchezza e frustrazione, acuite dalle crisi economica e pandemica, ma non è alzando barriere che si risolvono i problemi e si migliora la convivenza. È invece unendo le forze per prendersi cura degli altri secondo le reali possibilità di ciascuno e nel rispetto della legalità, sempre mettendo al primo posto il valore insopprimibile della vita di ogni uomo, di ogni donna, di ogni persona. Disse ancora Elie Wiesel: «Quando le vite umane sono in pericolo, quando la dignità umana è in pericolo, i confini nazionali diventano irrilevanti» (Discorso di accettazione del Premio Nobel per la pace, 10 dicembre 1986).In diverse società si stanno opponendo in modo ideologico sicurezza e solidarietà, locale e universale, tradizione e apertura. Piuttosto che parteggiare sulle idee, può essere d’aiuto partire dalla realtà: fermarsi, dilatare lo sguardo, immergerlo nei problemi della maggioranza dell’umanità, di tante popolazioni vittime di emergenze umanitarie che non hanno creato ma soltanto subito, spesso dopo lunghe storie di sfruttamento ancora in corso. È facile trascinare l’opinione pubblica istillando la paura dell’altro; perché invece, con lo stesso piglio, non si parla dello sfruttamento dei poveri, delle guerre dimenticate e spesso lautamente finanziate, degli accordi economici fatti sulla pelle della gente, delle manovre occulte per trafficare armi e farne proliferare il commercio? Perché non si parla di questo? Vanno affrontate le cause remote, non le povere persone che ne pagano le conseguenze, venendo pure usate per propaganda politica! Per rimuovere le cause profonde, non si possono solo tamponare le emergenze. Occorrono azioni concertate. Occorre approcciare i cambiamenti epocali con grandezza di visione. Perché non ci sono risposte facili a problemi complessi; c’è invece la necessità di accompagnare i processi dal di dentro, per superare le ghettizzazioni e favorire una lenta e indispensabile integrazione, per accogliere in modo fraterno e responsabile le culture e le tradizioni altrui".

Ai devoti polacchi seguaci del nazional sovranismo devono esser fischiate le orecchie, così come a quelli francesi che si riconoscono nelle idee (chiamiamole così) della "estremamente cattolica" (a suo dire) Marine Le Pen che, evidentemente deve leggere un vangelo tutto suo per definirsi tale, così come agli arruffapopoli nostrani, gli strenui difensori dell'identità cristiana e della purezza italica, quelli che si riconoscono nelle parole di personaggi come Salvini e Meloni, quelli che si scandalizzano se qualcuno li chiama fascisti, ma che il fascismo non solo non lo condannano ma lo prendono ad esempio... utilizzando sinonimi per promuoverne gli stessi concetti. 

A costoro devono esser fischiate le orecchie, ma si guarderanno bene dall'affrontare i problemi partendo dallo sfruttamento dei poveri, dalle guerre dimenticate e spesso lautamente finanziate, dagli accordi economici fatti sulla pelle della gente, dalle manovre occulte per trafficare armi e farne proliferare il commercio. Se affrontassero questi problemi potrebbero anche iniziare a risolvere il problema della migrazione, ma non ne hanno interesse, perché non avrebbero di che finanziare con soldi ed argomenti la loro propaganda politica!

Se ne è accorto pure un Papa argentino!



Crediti immagine: Sala stampa vaticana