"Il Presidente del Consiglio ha ricevuto questa mattina la lettera con cui il Ministro Enrico Costa si dimette dalla sua responsabilità di governo. Ringraziando Costa per il contributo dato all'esecutivo, il Presidente del Consiglio assume l'interim degli Affari Regionali."

Questo il comunicato stampa pubblicato dalla Presidenza del Consiglio in cui si annunciano le dimissioni del ministro edgli Affari Regionali, Enrico Costa, nominato al suo ultimo incarico già nel gennato del 2016 gennaio 2016 da Mateo Renzi, dopo essere stato, sempre nel governo Renzi, prima Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia e poi Vice Ministro.

Questo il testo della lettera inviata dall'ormai ex ministro Costa: «Caro Presidente, ho manifestato nei giorni scorsi la convinzione che sia il momento di lavorare ad un programma politico di ampio respiro che riunisca quelle forze liberali che per decenni hanno incarnato aspirazioni, ideali, valori, interessi di milioni di italiani che hanno sempre respinto soluzioni estremistiche e demagogiche.

Sono opinioni politiche del tutto naturali, per chi ha una storia politica come la mia. In questi mesi ho anche espresso il dissenso su alcuni provvedimenti (ius soli, processo penale), motivando dettagliatamente le mie posizioni.

C’è chi ha ritenuto queste opinioni fonte di pregiudizio per il Governo, ma anche chi le ha apprezzate perché hanno portato una interessante dialettica.

Tu, caro Presidente, hai sempre rispettato le mie idee. Non mi hai mai imposto il paraocchi e non mi hai chiesto di rinunciare alle mie convinzioni. Lo apprezzo moltissimo. Ma non posso far finta di non vedere la schiera di coloro che scorgono un conflitto tra il mio ruolo ed il mio pensiero. E siccome non voglio creare problemi al Governo rinuncio al ruolo e mi tengo il pensiero.

Ho avuto un’occasione unica ed ho fatto un’esperienza bellissima, sempre con il massimo impegno. Ora faccio un passo indietro perché le convinzioni vengono prima delle posizioni.»

Quasi stizzito il commento di Angelino Alfano che ha definito inevitabili e tardive le dimissioni di Costa: «Credevo lo facesse già un paio di giorni fa. Lo diciamo da tempo. Noi vogliamo costruire un’area autonoma, una forza indipendente da destra e da sinistra. Abbiamo idee, forza e coraggio per fare qualcosa di grande. Comprendiamo che chi non ce la fa, faccia scelte diverse, ma noi andiamo avanti per la nostra strada, senza metterci in fila da nessuna parte.»

Enrico Costa, eletto alla Camera dei deputati nel 2013 con il Popolo della Libertà, adesso nuovamente Forza Italia, appartiene - ma forse si dovrebbe dire apparteneva - al gruppo Alternativa Popolare - Centristi per l'europa - NCD.

Queste dimissioni possono essere considerate come punto di riferimento dell'inizio della fase di riposizionamento di coloro che, in vista delle prossime politiche, vogliono riposizionarsi all'interno di uno schieramento che possa garantir loro una poltrona per la prossima legislatura.

Considerando che gli "alfaniani" senza una legge elettorale che garantisca apparentamenti sulla scheda al momento del voto sono a rischio estinzione, molti di coloro che non vogliono rinunciare al lauto stipendio di parlamentare anche per i prossimi cinque anni stanno rivedendo le precedenti scelte politiche. Ma se la scelta di Costa dovesse essere seguita anche da altri del suo gruppo, il Governo e la stessa maggiornaza sarebbero a rischio e la possibilità di votare nel 2017 aumenterebbe considerevolmente!